È stato approvato il decreto legislativo sulle frodi creditizie al fine di contrastare i "furti d'identità". Lo fa sapere il Governo che ha approvato il provvedimento legislativo durante il Consiglio dei Ministri del 23 marzo scorso. Il provvedimento, che andrà ad integrare il Codice del credito al consumo (d.lgs. 141/2010) ha il fine di consentire, alle società che erogano i prestiti, di verificare i dati sensibili dei propri clienti per evitare i furti d'indentità e le condotte criminali che si integrano con "l'occultamento totale della propria identità mediante l'utilizzo indebito di dati relativi all'identità e al reddito di un altro soggetto. Tale condotta, può riguardare l'utilizzo indebito di dati riferibili sia ad un soggetto in vita sia ad un soggetto deceduto (impesonificazione totale)" oppure con "l'occultamento parziale della propria identità attraverso l'impiego, in forma combinata, di dati relativi alla propria persona e l'utilizzo indebito di dati relativi ad un altro soggetto (impersonificazione parziale)", come si legge dalla nota diffusa dal Governo. É bene precisare che, il codice, per prevenire tali abusi, contiene una deroga alla normativa sulla privacy ( d.lgs. 196/2003). Le società finanziatrici potranno quindi avere informazioni su documenti d'identità, partite Iva, codici fiscali, dichiarazioni dei redditi, ma anche posizioni previdenziali e assistenziali dei consumatori che hanno chiesto un prestito, una dilazione o uno slittamento dei pagamenti. Il sistema pubblico di prevenzione sarà costituito presso il Ministero dell'economia e si baserà su un archivio centrale informatizzato e su un gruppo di lavoro appositamente dedicato, i cui componenti resteranno in carica per tre anni. Viene inoltre precisato che per poter accedere al sistema, ciascun aderente (banche, incluse quelle extraUe, e intermediari finanziari, fornitori di servizi di comunicazione elettronica, fornitori di servizi interattivi associati o di servizi di accesso condizionato, gestori di sistemi di informazioni creditizie e imprese che offrono servizi antifrode.), dovrà stipulare una convenzione con l'ente gestore.

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