Il Consiglio Direttivo della BCE si riunirà il prossimo 7 aprile, come ogni mese, per discutere della politica monetaria appropriata, in relazione all'andamento dei prezzi in Eurolandia. Non è un mistero per nessuno che quasi certamente in quell'occasione sarà deciso un aumento dei tassi, che dovrebbero passare dall'attuale livello dell'1%, ai minimi dal maggio 2009, all'1,25%, un rialzo di un quarto di punto, per fermare la corsa dell'inflazione. Critiche le associazioni dei consumatori, che prevedono una stangata sui mutui contratti a tasso variabile. Secondo Adusbef e Federconsumatori, l'aumento delle rate potrebbe arrivare fino a 624 euro al mese. Va detto che molti analisti prevedono che entro il 2011 ci dovrebbero essere due rialzi dei tassi di riferimento, da parte della BCE, di un quarto di punto ciascuno; quindi, a fine anno dovremmo avere tassi all'1,25%. Su un mutuo decennale di 100 mila euro, a tasso variabile, l'aumento sarebbe di 132 euro all'anno, mentre nel caso di un mutuo ventennale di 200 mila euro, l'aggravio della rata sarebbe di 52 euro al mese, pari a 624 euro all'anno. Sul fronte del debito pubblico, spiegano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, si avranno maggiori oneri per 1,1 miliardi di euro, su un debito in scadenza nel 2011, pari a 281 miliardi di euro. La cifra sarebbe dovuta alla previsione di un rialzo di mezzo punto dei tassi.

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