A Ferrara i contribuenti sono in subbuglio, avendo già avanzato oltre tremila richieste di risarcimento della Tia, la tassa sui rifiuti, per la parte riguardante l'iva, che secondo una recente sentenza della Corte Costituzionale, non andrebbe applicata alla tassa in questione. Non appena saputo della sentenza, sono migliaia i contribuenti che stanno richiedendo al Comune e alla società Hera di ottenere il rimborso della parte relativa all'imposta sul valore aggiunto del 10% e che continua ad essere applicata, in beffa alla Consulta. A sostenere la causa dei contribuenti è in particolare il consigliere comunale Rendine, il quale sostiene che la Tia sia composta da due parti di imposta, la prima in quota fissa, mentre la seconda si rifà al costo di smaltimento del rifiuto, anche non collegabile direttamente al costo individuale del singolo contribuente e alla quantità di rifiuto da esso prodotto, essendo il servizio un bene pubblico indivisibile. Pertanto, si sostiene, la normativa comunitaria prevede l'esclusione di tali categorie di imposte ad assoggettamento iva, per cui il Comune non può ostinarsi ad applicare l'imposta iva, in quanto incostituzionale e contraria alle leggi europee. Un caso non isolato e che comunque riflette in tutta Italia l'insoddisfazione di una delle tasse più odiate dai contribuenti.

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