In una nota la magistratura di Pace rappresentata da Unagipa e AnMap ha rappresentato al presidente della Repubblica "la grave situazione di precariato in cui versa la categoria dei giudici di pace, magistrati ordinari investiti di alte funzioni pubbliche, ma senza le tutele fondamentali garantite dalla Costituzione ad ogni cittadino e lavoratore". Gli esponenti della categoria rimarcano l'inconciliabilità "del rapporto a termine del magistrato di pace con la definitiva stabilizzazione dell'istituzione della giustizia di pace, componente ormai irrinunciabile della giustizia ordinaria, investita di competenze sempre piu' ampie in materia penale, civile ed amministrativa". Si sottolinea anche "l'incostituzionalita' del mancato riconoscimento ai magistrati di pace delle tutele fondamentali spettanti a qualsiasi lavoratore, a tempo pieno, parziale od occasionale: la previdenza sociale, la tutela della maternita' e della salute, l'assicurazione obbligatoria per infortuni e la violazione del precetto costituzionale di indipendenza della categoria, priva delle garanzie ordinamentali spettanti a tutti i soggetti investiti di pubblici poteri, con particolare riferimento al diritto di difesa nei procedimenti disciplinari e paradisciplinari". La nota si conclude evidenziando l'esigenza di "preservare l'autonomia degli uffici del Giudice di Pace, la cui direzione deve restare affidata ad un organo interno alla magistratura di pace, che garantisca, con la sua presenza costante, l'imparzialita' ed il buon andamento dell'Ufficio e l'esigenza di attuare il principio fondamentale di autogoverno della magistratura, prevedendo un'adeguata rappresentanza della giustizia di pace all'interno del Csm".

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