Un uomo tetraplegico che ha espresso il desiderio di morire potrà interrompere l'alimentazione e l'idratazione forzata. E' quanto stabilisce una sentenza di un tribunale australiano secondo cui la clinica in cui il paziente si trova ricoverato non potrà essere in alcun modo incriminata per la morte che seguirà alla sospensione del trattamento. La sentenza è un precedente particolarmente significativo in un paese in cui, come riferisce la BBC, chi aiuta un paziente a morire e' punito dalla legge con pene fino all'ergastolo. Il giudice supremo dell'Australia occidentale ha dichiarato che il personale può interrompere l'alimentazione giacchè l'uomo in cura è una persona cosciente e in grado di assumere decisioni informate sul suo trattamento sanitario. A proposito della sua situazione l'uomo aveva dichiarato di non riuscire neppure a soffiarsi il naso e ad asciugare le lacrime dai suoi occhi. Nei giorni scorsi aveva lanciato un perchè gli fosse concesso di porre fine alla sua vita che aveva descritto come un inferno. L'uomo che soffre di una grave paralisi a seguito di diversi incidenti tra cui anche la caduta da un palazzo aveva anche dichiarato di non avere paura della morte ma solo del dolore.

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