La lentezza del sistema giustizia in Italia è diventata un costo pesante per le imprese e costiuisce un grave ostacolo per lo sviluppo. Sulla base di quanto emerge da un'indagine del Censis, messa a punto per la Camera di Commercio di Roma, siamo di fronte a una spesa di circa 23 miliardi di euto ogni anno che le imprese debbono sostenere per dispute commerciali, con un incidenza media sul fatturato annuo dello 0,8 %. Ma il problema non è solo questo, i tempi della giustizia sono lentissimi e per la soluzione di una controversia commerciale, a partire dal momento della iscrizione a ruolo fino al momento in cui si arriva alla liquidazione, si devono aspettare in media 1.200 giorni. La media, poi, per un procedimento relativo ad un appalto e che impegna due gradi di giudizio, diventa di 12 anni. Non molto migliore la situazione per altri procedimenti: per le cause relative alla cessione di un'azienda la durata complessiva del procedimento supera i 10 anni; 10 anni e mezzo ci vogliono per cause relative alla somministrazione; e non si scende sotto i 9 anni e mezzo per le impugnazioni delle delibere assembleari. Secondo l'indagine la situazione non sembra migliorare, anzi, negli ultimi anni in Italia la durata dei processi è aumentata. Anche se i dati del Censis dimostrano che le imprese Italiane continuano a ricorrere alla giustizia Italiana, negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede il ricorso a strumenti alternativi per la soluzione delle controversie come l'arbitrato e la conciliazione. Secondo quanto riferisce il Censis, a fronte di un numero costante di ricorsi ai procedimenti ordinari, tra il 2005 e il 2007 le domande di conciliazione sono piu' che raddoppiate e gli arbitrati sono aumentati del 7,1%. Si tratta di strumenti che consentono un grosso risparmio per le imprese: del 20% nel caso di ricorso all'arbitrato ordinario presso le Camere di commercio; del 48% nel caso di ricorso all'arbitrato semplificato presso la Cciaa; dell'86% nel caso di conciliazione.

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