"I cittadini che hanno acquistato e consumato i cereali da colazione con una quantità di inchiostro tre volte superiori ai limiti, possono rivolgersi al Codacons per intentare una causa di risarcimento danni dinanzi al giudice di pace - spiega Rienzi - Una recentissima sentenza del giudice di Giarre, infatti, ha condannato Nestlè e Tetrapack a risarcire due genitori che avevano somministrato alle proprie figlie latte contaminato da Itx, riconoscendo loro il danno, patrimoniale e non, derivante dalla preoccupazione di possibili conseguenze per le loro bambine". Questa la denuncia del Codacons, che attraverso le parole del suo presidente, Carlo Rienzi, propone una causa di risarcimento danni in favore dei consumatori che hanno mangiato i cereali all'inchiostro. Dopo il latte all'ITX, il nuovo scandalo alimentare riguarda questi cereali (il Choco-Honey della marca Crown field) che sarebbero, contaminato da un inchiostro contenuto proprio nella confezione del prodotto: dopo gli esami effettuati, il prodotto è risultato contaminato tre volte in più rispetto ai limiti consentiti. Attraverso la minuziosa ed efficace inchiesta del settimanale Salvagente, l'inchiostro sarebbe il 4-metilbenzofenone (4-Mbp) e cioè in agente chimico i cui rischi per la salute non sarebbero ancora molto noti. Per questo motivo il Codacons parla di frode in commercio: "a prescindere dal fatto che la sostanza sia dannosa o no, e noi non siamo in grado di confermarlo ad oggi, il problema vero è che si tratta comunque di frode in commercio, perché viene somministrata ai consumatori una sostanza che questi non hanno comprato e che non risulta indicata in etichetta". Il presidente Rienzi conclude dicendo che "i cittadini che hanno acquistato e consumato i cereali da colazione con una quantità di inchiostro tre volte superiori ai limiti, possono rivolgersi al Codacons per intentare una causa di risarcimento danni dinanzi al giudice di pace . Una recentissima sentenza del giudice di Giarre, infatti, ha condannato Nestlè e Tetrapack a risarcire due genitori che avevano somministrato alle proprie figlie latte contaminato da Itx, riconoscendo loro il danno, patrimoniale e non, derivante dalla preoccupazione di possibili conseguenze per le loro bambine".

In evidenza oggi: