Difficile comprendere quali siano le dinamiche che inducono un omicida a confessare i propri delitti. Talvolta sentimenti che lacerano il proprio mondo interno possono spingere a dichiarare la propria colpevolezza di fronte alla collettività o di fronte a un giudice. Ancora più insolito è immaginare che una confessione possa giungere dopo una sentenza di proscioglimento. Eppure accade. E' successo a Ferrara dove un uomo, dopo essere stato assolto per l'omicidio della ex moglie, con sentenza definitiva ha improvvisamente deciso di andare in questura per confessare l'omicidio della moglie. Secondo quanto scrive 'La Nuova Ferrara', l'uomo non riusciva piu' a tollerare questo segreto. 'Pur confessando l'omicidio però - spiega il quotidiano - non potrà più essere processato per questo fatto, per il principio del 'ne bis in idem', affermazione fondamentale del diritto internazionale che significa 'non due volte per la medesima cosa'. Nessun nuovo processo, dunque, nessuna sentenza che potra' portarlo in carcere'. Si è anche pensato al giudizio di revisione del processo, ma la disciplina prevista dall'art. 629 del codice di procedura penale riguarda solo le sentenze di condanna e non quelle di proscioglimento. D.O. , si legge nel quotidiano di ferrara 'in un primo momento aveva confessato il delitto, ma subito dopo aveva ritrattato. Al processo di primo grado l'uomo era stato condannato a 20 anni, ma la Corte d'appello, a febbraio del 2008, aveva rovesciato la sentenza e lo aveva assolto'. Sua moglie "era stata aggredita il 25 novembre 2004 nella casa che divideva col nuovo compagno e massacrata durante il sonno nella camera accanto a quella dove dormiva la figlia di 6 anni" che aveva avuto con lui. La donna era entrta subito in coma per le gravi ferite alla testa ed era morta 14 mesi dopo.

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