La Societa' italiana di chirurgia, in occasione dell'VIII convegno di Primavera, in programma alle Molinette di Torino, ha messo a punto un progetto di riforma della disciplina della responsabilita' medica che mira a modificare gli articoli 40 e 41 del codice penale e il consenso informato. Non si ipotizza di certo una depenalizzazione della colpa professionale o una diverso trattamento del medico ripetto ad ogni altro cittadino.Ciò che si vuole è una normativa specifica per la responsabilita' che consenta al sanitario che commette errori di non essere giudicato sulla base di norme che sono nate 70-80 anni fa. 'Non vogliamo essere al di sopra della legge - spiega il presidente della Sic, Roberto Tersigni - ma chiediamo che sia eliminata l'alea interpretatoria ai processi per colpa medica, che sia ratificato l'obbligo di mezzo e non di risultato, che sia precisato il nesso di causalita' e che sia data la giusta dimensione al difetto di consenso che oggi puo' far sconfinare un atto terapeutico in un atto doloso'.
'La paura della magistratura - aggiunge il Presidente del Convegno, Antonio Mussa - ci spinge a non voler rischiare e cosi', se di fronte a 10 pazienti destinati a morire, il medico con un gesto eroico puo' tentare di salvarne 1 o 2, con la legge vigente puo' scegliere di non rischiare evitando cosi' un atto di eccellenza, ma la medicina difensivista e' un danno non solo per il medico, ma anche per il paziente, per questo chiediamo di essere non al di sopra della legge, ma di essere giudicati in modo imparziale e oggettivo'.
'Calibrare la responsabilita' del medico e' interesse sia del medico medesimo, ma anche del paziente - osserva Saverio Mannino, consigliere di Cassazione che ha contributo alla stesura del progetto di riforma - per questo proproniamo che il medico risponda di cio' che fa, della sua prestazione professionale, ma non venga giudicato sulla base di una casistica generale'.
A questo proposito Mannino ha citato, ad esempio, la problematica relativa al consenso infomato, che il medico e' obbligato a chiedere prima di sottoporre il paziente ad qualsiasi trattamento medico-chirugico. 'Il medico, se ha operato correttamente, nel rispetto di tutte le regole di scienza e di esperienza ed ha chiesto il consenso al paziente prima di sottoporlo ad intervento qualora questo dovesse morire durante l'intervento non puo' rispondere di omicidio preterintenzionale'.
Su questi presupposti la Sic sollecita propone di inserire nel codice tra i delitti contro la liberta' morale il trattamento medico-chirurgico su persona non consenziente o trattamento medico-chirurgico arbitrario.

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