Stupore ed indignazione da parte di ordini e di professioni dopo la pubblicazione della call del ministero per la ricerca di esperti consulenti senza compenso

Mise, la call per 21 consulenti "gratis"

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Il ministero dello Sviluppo economico cerca consulenti gratis. Sul sito del ministero è stata pubblicata una "Call" per individuare 21 esperti di comunicazione digitale per la stesura di un "Libro Bianco per il ruolo strategico della comunicazione nei processi di trasformazione digitale". Specificando che gli esperti selezionati non avrebbero ricevuto alcun compenso, indennità di carica, corresponsione di gettoni di presenza.

E nel bando si legge ancora «il Gruppo di esperti di alto livello sarà composto da 21 personalità del mondo dell'accademia, della ricerca, delle professioni, della consulenza che contribuiranno a sviluppare i temi di riferimento inserendoli nel più generale quadro concettuale e socio-tecnico che caratterizza la società contemporanea. La manifestazione di interesse dovrà essere presentata entro il prossimo 30 ottobre. I componenti del Gruppo durano in carica dodici mesi, eventualmente prorogabili, a decorrere dalla data di istituzione del Gruppo di lavoro medesimo e, comunque, in ragione delle funzioni ad esso attribuite, fino all'elaborazione del Libro bianco».

Call Mise, commercialisti: «Un approccio inconcepibile»

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Sul tema non tardano ad arrivare le reazioni. È il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta a spiegare «L'avviso pubblico con il quale il Mise cerca esperti di "Alto livello" specificando che per loro non è previsto alcun compenso è l'ennesima prova di un approccio inconcepibile in virtù del quale si presuppone che si possano fornire prestazioni professionali a titolo gratuito. Non è la prima volta che ciò accade, a dimostrazione del fatto che la politica continua a nutrire nei confronti delle professioni un atteggiamento errato, rimandando peraltro sine die il tema dell'equo compenso che invece ha più volte detto di voler affrontare». Indignazione, come riporta il Sole 24 Ore, espressa anche dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella: «Ci stupisce perché proprio il Mise non più di un anno fa si era impegnato ad aggiornare i parametri giudiziali per arrivare a un compenso dignitoso per tutti i professionisti. Ci addolora perché insistere sulla logica degli incarichi professionali a titolo gratuito significa frenare la crescita economica e svilire la cultura di un Paese». Ed ancora, aggiunge Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup), ai professionisti spettano «identiche attenzioni di altri segmenti ben più sostenuti, come avvenuto coi contributi a fondo perduto per fronteggiare l'emergenza Covid-19 e con la riduzione del cuneo fiscale».

Aiga: «Il Mise si era impegnato ad aggiornare i parametri dell'equo compenso»

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Sulla situazione è intervenuto anche il presidente nazionale dell'Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) Antonio De Angelis: «Accolgo con stupore la scelta del Mise poiché lo stesso Ministero, non più di un anno fa, si era impegnato ad aggiornare i parametri giudiziali per arrivare a un compenso dignitoso per tutti i professionisti ed oggi, senza alcuna apparente ragione, assume determinazioni che sembrano dimenticare quanto fatto negli ultimi tre anni». I giovani avvocati, nel ribadire che « ogni attività gratuita mortifichi il valore del professionista chiamato a svolgerla, invita i colleghi ad astenersi dal partecipare a bandi della pubblica amministrazione che prevedano incarichi a costo zero», si augurano che «il Mise voglia modificare in autotutela la manifestazione di interesse riconoscendo i compensi a chi sarà incaricato».


Foto: 123rf.com
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