È uno dei rimedi suggeriti dal "Rapporto 2020 di coordinamento sulla finanza pubblica", approvato dalle Sezioni in sede di controllo della Corte dei conti
di Gabriella Lax - È una crisi economica senza precedenti quella che si è verificata in seguito all'emergenza coronavirus. Alcune conseguenze le stiamo già affrontando, ma altre invece sono all'orizzonte. È opportuno porre in essere una serie di cambiamenti come suggerisce "Rapporto 2020 di coordinamento sulla finanza pubblica", approvato dalle Sezioni in sede di controllo della Corte dei conti.

Crollo del Pil e aumento delle diseguaglianze

Comunque vada l'economia italiana non potrà non risentirne: il crollo del Pil a fine anno varia tra il 9% (scenario di base) e il 13% (nel caso peggiore). A chiarirlo è la Banca d'Italia nelle Considerazioni finali del governatore Ignazio Visco. Secondo i dati evidenziati la crisi economica porterà ad una riduzione del reddito che per il 20% di famiglie con redditi inferiori ("il quinto più basso della distribuzione") "due volte più ampia di quella subita dalle famiglie appartenenti al quinto più elevato" ovvero al 20% che ha redditi maggiori.

Ed ancora, nonostante le norme governative a sostegno, nel medio termine sussiste però il rischio che l'emergenza da coronavirus accentui le disuguaglianze, sia per la maggiore presenza di lavoratori a basso reddito nei settori con più elevato rischio di contagio e con minore possibilità di lavoro a distanza, sia perché gli ammortizzatori sociali offrono un sostegno di natura temporanea, ma le ripercussioni sulla capacità reddituale dei lavoratori saranno molto più durature.

Tassazione sulle prime case

Una delle ricette propone di rivedere il sistema di finanziamento dei comuni, senza bypassare il ritorno della tassazione sulle prime case. È questa la direzione che indica la Corte conti nel suo Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica per arginare la forte riduzione del gettito locale dovuta all'emergenza sanitaria. Come suggerisce la relazione l'imposizione immobiliare ha il vantaggio di ben attagliarsi al principio del beneficio come criterio di ripartizione dei tributi, considerato che è bene presumere che il valore dei servizi comunali abbia un riflesso importante sui valori immobiliari. In questo modo beneficiari e finanziatori dei servizi dovrebbero coincidere. Questo tipo di relazione viene meno nel caso in cui ci sia l'esenzione dell'abitazione principale. In questo modo la principale imposta comunale va a colpire numerosi soggetti per i quali il virtuoso circuito tra tassazione e rappresentanza politica si interrompe.

Fatturazione obbligatoria per tutti

Un'altra idea è rendere obbligatoria per tutti la fatturazione elettronica. Nella sintesi si legge «Un potenziamento dell'efficacia delle misure assunte con la fatturazione elettronica potrebbe derivare dal superamento della facoltatività della fatturazione elettronica per alcune categorie di contribuenti (più di 1,8 milioni di soggetti)». In questo modo potrebbero essere conosciuti gli scambi tra tutti gli operatori economici. Inoltre «Il passaggio generalizzato alla fatturazione elettronica per tutti gli operatori consentirebbe, peraltro, di gestire in via completamente informatizzata i processi di registrazione, liquidazione e dichiarazione Iva e permetterebbe all'amministrazione fiscale di erogare i servizi di precompilazione delle dichiarazioni con il massimo dei benefici proprio nei confronti degli operatori in regime forfettario».


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