Lo stato di emergenza, proclamato per sei mesi, non terminerà prima del 31 luglio. Da qui la richiesta al premier Giuseppe Conte, formulata da Cogita (Coordinamento giovani giuristi italiani)

di Gabriella Lax - Lo stato di emergenza, proclamato per sei mesi, non terminerà prima del 31 luglio. Da qui la richiesta al premier Giuseppe Conte, formulata dal Coordinamento giovani giuristi italiani (Co.Gi.Ta) di rinviare tutti i concorsi pubblici.

Il rinvio del concorso per magistrato ordinario

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Il tutto scaturisce dal rinvio al 24 aprile della pubblicazione del diario delle prove scritte del "Concorso per magistrato ordinario", il cui svolgimento, secondo indiscrezioni mai smentite, sarebbe in programma per la prima metà di giugno o comunque, come da tradizione, entro la fine dell'estate. Questa possibilità, secondo il Coordinamento, non può essere presa in considerazione, in relazione all'attuale situazione di emergenza sanitaria da covid-19. Da qui la richiesta di opportune garanzie «per l'incolumità fisica di decine di migliaia di candidati e, in prospettiva, dell'intero Paese».

Rinvio per tutti i concorsi

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Ma non solo il concorso in magistratura, il problema di pone per una serie di altri concorsi che la lettera inviata ai vertici delle istituzioni ripropone, quali ad esempio: concorso RIPAM per 2329 funzionari giudiziari, pubblicato in G.U. il 26 luglio 2019; concorso RIPAM per 1514 unità di personale non dirigenziale INL, INAIL e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pubblicato in G.U. il 27 agosto 2019; concorso per 200 posti nella carriera prefettizia indetto dal Ministero dell'Interno, pubblicato in G.U. il 19 novembre 2019; concorso a 32 posti da segretario di legazione in prova indetto dal Ministero degli Affari Esteri, pubblicato in G.U. il 21 febbraio 2020).

Le richieste di Co.Gi.Ta.

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Da qui le richieste al governo affinchè «le prove scritte di tutti i concorsi pubblici non possano tenersi durante il periodo estivo o comunque prima della data dell'1 settembre 2020, successiva alla data attualmente prevista per la cessazione dello stato di emergenza (31 luglio 2020), in considerazione del persistente stato di rischio epidemiologico». E poi, in relazione, viene chiesta l'adozione di «nuove modalità di svolgimento delle prove scritte dei concorsi pubblici, nonché favorirne il decentramento predisponendo sedi e commissioni a livello regionale e sub-regionale». Nello specifico per l'esame in magistratura «l'informatizzazione offre nuove opportunità di gestione delle modalità di redazione delle prove, che potrebbero essere più agevolmente svolte attraverso dispositivi elettronici (tablet, personal computer) dotati di un programma di videoscrittura». Ancora, la trasmissione delle prove redatte tramite un programma di videoscrittura «potrebbe avvenire tramite modalità analoghe al deposito degli atti sulla Consolle del Magistrato in uso presso gli Uffici della magistratura ordinaria civile, e dunque mediante firma digitale della prova (opportunamente anonimizzata) e deposito sulla piattaforma; o, in alternativa, mediante invio tramite un indirizzo di posta elettronica certificata, anch'esso anonimizzato, od infine attraverso procedure guidate predisposte con apposite interfacce e controllate da remoto su una rete locale. Potranno essere poi previste ulteriori modalità di anonimizzazione, analoghe a quelle già adottate per l'esame di abilitazione per la professione di avvocato, mediante riunione delle prove depositate o inviate in una busta telematica contrassegnata da un codice identificativo».


Foto: 123rf.com
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