Dopo lo smart working ed il telelavoro si può parlare forse di telemedicina veterinaria. E dopo le affermazioni di Borrelli, l'Anvi precisa che il virus non è presente nei cani

di Gabriella Lax - Le misure drastiche dovute all'emergenza coronavirus limitano gli accessi per le cure. Ma cosa succede se a stare male è un nostro amico a quattro zampe? A dare delle risposte ci pensano i veterinari, offrendo prestazioni gratuite on line. Così sarà possibile fare una selezione sull'urgenza o meno dell'intervento del medico.

Coronavirus, i veterinari a disposizione online

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Dopo lo smart working ed il telelavoro si può parlare forse di telemedicina veterinaria. Vediamo in che termini. Grazie alla buona volontà dei medici veterinari italiani sarà possibile richiedere un consulto preliminare gratuito on line con un veterinario in videochiamata: un sistema che consentirà di capire se l'animale domestico ha bisogno di essere visitato urgentemente o se invece non presenta nulla di grave.

Coronavirus, la piattaforma vetonline24 è aperta a tutti i veterinari

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Possibile utilizzare Vetonline24, piattaforma di telemedicina aperta in cui si possono iscrivere tutti i medici veterinari, per offrire consulti in videoconferenza a chi lo richiede. Come ha chiarito al Sole 24 Ore Maurizio Albano, veterinario e fondatore di Vetonline24: «Un team di specialisti di Vetonline24, reperibile 24 ore su 24, potrà formulare una possibile diagnosi iniziale e indicare l'opzione migliore da seguire». Ed ha aggiunto «In queste settimane, il nostro servizio si sta rivelando particolarmente utile. Stiamo ricevendo numerose chiamate ogni giorno, soprattutto dalle zone del nord Italia. E per questo abbiamo deciso di rendere gratuita la prima chiamata di consulto veterinario, soprattutto per agevolare i proprietari che risiedono in aree con restrizioni (zone rosse) nella cura del proprio animale domestico».

L'Anvi «In Italia il coronavirus, inteso come nuovo coronavirus non è presente nei cani»

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A suscitare sgomento, qualche giorno fa, sono state le parole del responsabile della protezione civile, Angelo Borrelli «Sappiamo che il coronavirus è presente anche nei cani». Le stigmatizza in una nota l'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che spiega: «Non è corretta la frase nel suo appello a non abbandonare i cani. È corretta invece l'affermazione dello stesso Borrelli che "in nessun modo è stata dimostrata la possibilità di contagio animali-uomo"». L'Anvi precisa: «In Italia il coronavirus, inteso come nuovo coronavirus non è presente nei cani. Le positività rilevate ad Hong Kong, senza sviluppo della malattia e le uniche al mondo, non sono state considerate rilevanti dall'Organizzazione mondiale della sanità animale né dall'Oms per la natura interumana del contagio da Covid-19. Questo nuovo coronavirus si è adattato all'uomo». Anmvi auspica messaggi chiari e inequivoci da parte delle autorità che stanno gestendo l'emergenza sanitaria Covid-19, ricordando che nelle famiglie italiane vivono 15 milioni di cani e gatti. «Quanto agli abbandoni - chiude l'associazione - non risulta che il Covid-19 stia deresponsabilizzando i proprietari di animali da compagnia. Al contrario: c'è l'impegno ad accudire i propri cani e gatti nel rispetto delle regole dettate dai decreti governativi. E i medici veterinari sono al fianco dei proprietari».


Foto: 123rf.com
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