Chiusura delle sue frontiere esterne, mentre resta garantita la libera circolazione delle merci negli stati membri. Ecco la sospensione di Schengen

di Gabriella Lax - Coronavirus, l'Unione europea chiude l'area Schengen. Annunciato il blocco per trenta giorni (rinnovabili) ai viaggi non improrogabili verso i Paesi dell'area dell'accordo. Il trattato prevede la libera circolazione di merci e persone all'interno dei Paesi firmatari. In conseguenza del trattato sono stati aboliti i controlli alle frontiere interne.

Per approfondire cos'è Schengen e cosa cambia ora leggi Il Trattato di Schengen e l'Area Schengen

Unione europea, a rischio la salute pubblica

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Il regolamento (UE) 2016/399 relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen) prevede esplicitamente il rischio per la salute pubblica come motivo di rifiuto d'ingresso alla frontiera esterna dello spazio Schengen (titolo II), ma non prevede la possibilità di ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere interne per motivi di salute pubblica. Ad annunciare il blocco per trenta giorni (rinnovabili) ai viaggi non improrogabili verso i Paesi dell'area Schengen è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Da Bruxelles ha spiegato di aver statuito, insieme ai governi europei, una restrizione temporanea dei viaggi non essenziali nell'Unione. La ratio del provvedimento è quella di non far diffondere ulteriormente il virus dentro e fuori il continente e per non avere potenziali ulteriori pazienti che pesano sul sistema sanitario europeo.

Blocco Schengen, le esenzioni

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Il blocco non è totale: è soggetto ad esenzioni per cittadini europei che ritornano in patria, per i pendolari, ma anche per il personale sanitario e i ricercatori. L'obiettivo, sospendendo Schengen, è che si possa evitare una chiusura delle frontiere interne da parte dei singoli stati. È possibile la sua sospensione attraverso delle deroghe da attuare in casi di emergenze o minacce. La sospensione può durare fino a due mesi e le deroghe sono già state messe in campo per l'emergenza terrorismo.

A rischio le basi su cui fonda l'Unione europea

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L'attuale emergenza dovuta al contagio sta dunque mettendo a rischio una delle basi dell'Unione Europea. Oltre alla chiusura verso l'esterno, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Estonia e Germani hanno notificato alla Commissione l'introduzione di controlli alle frontiere interne. A questi si aggiungono Svizzera e Norvegia che, pur non essendo membri Ue, ma appartengono alla zona Schengen. Le misure attuate vanno dai semplici controlli sanitari su chi entra, come il rilevamento della temperatura corporea, al divieto totale di ingresso per chi non è residente.

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Foto: 123rf.com
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