Ampia convergenza tra partiti di maggioranza e sindacati sull'operatività del taglio al cuneo fiscale previsto dalla manovra 2020. Da luglio Bonus fino a 100 euro per redditi fino a 28mila euro
di Lucia Izzo - Il taglio del cuneo fiscale, previsto dalla legge di bilancio, potrebbe divenire presto operativo, probabilmente dal 1° luglio 2020, e prevedere un nuovo bonus in busta paga fino a 100 euro per i redditi più bassi assieme a detrazioni per i redditi fino a 40mila euro.

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È questa la soluzione su cui sembrerebbe essere stato trovato l'accordo tra i partiti di maggioranza e le parti sociali. Tutto sarebbe pronto a confluire nel decreto attuativo necessario per attivare la riduzione progressiva prevista dalla manovra. Il Ministro Gualtieri, al termine dell'incontro con i sindacati tenutosi lo scorso 17 gennaio a Palazzo Chigi, ha parlato di "ampia convergenza" e di "un primo passo concreto" verso una più generale riforma fiscale.

Taglio cuneo fiscale, Gualtieri: "Intervento importante"

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Gualtieri ha assicurato che il provvedimento avrà "la preparazione più rapida possibile". Certo, ha soggiunto il titolare del dicastero dell'Economia, "tutti sappiamo che quest'intervento non risolve tutti i problemi, ma è un intervento importante. E' una cifra limitata ma è importante portare la cifra a 100 euro e poi ci sono tanti lavoratori con redditi bassi che quel provvedimento non aveva potuto coprire e noi copriamo".

Soddisfazione anche nelle dichiarazioni del premier, Giuseppe Conte: "Nella legge di bilancio abbiamo destinato 3 miliardi di euro per il 2020, che crescono fino a 5 miliardi di euro a partire dal 2021, allo scopo di ridurre il cuneo fiscale interamente a beneficio dei lavoratori. A dispetto di quanto una certa propaganda ha sostenuto, questa misura è la prova che la nostra manovra economica riduce davvero le tasse per famiglie e lavoratori".

La riforma, ha soggiunto il Presidente del Consiglio, "è fondamentale per semplificare il nostro sistema tributario e ridurre il carico fiscale sulle famiglie, i lavoratori e i pensionati". Conte ha chiarito che l'obiettivo è quello di "restituire sicurezza economica ai lavoratori e alle famiglie, rendendo più equo il sistema tributario".

Lavoro, Catalfo: "Presto nuovi interventi"

Presente all'incontro anche la Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha soggiunto: "Oggi insieme ai sindacati abbiamo avviato un percorso importante, disegnando i contorni di un intervento che porterà più soldi nella busta paga di 16 milioni di lavoratori".
Catalfo ha annunciato anche la preparazione di nuovi interventi, misure in favore degli incapienti e di contrasto alla stagnazione salariale, tra cui quelli in materia di salario minimo, contrasto al part time involontario, detassazione dei rinnovi contrattuali e, "ultima ma non meno importante, una riforma del sistema fiscale, soprattutto l'Irpef, da cui traggano reale beneficio anche i pensionati".

Le reazioni dei sindacati

Parole di soddisfazione anche quelle espresse dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, presenti all'incontro. Maurizio Landini, segretario generale Cgil, parla di "una giornata importante" poiché "dopo tanti anni c'è un provvedimento che aumenta il salario netto di una parte dei lavoratori dipendenti.
"Questo è un primo risultato, che interessa 15-16 milioni di persone che vedrà aumentare il netto in busta paga. Nessuno diventa ricco, ma la strada è quella giusta", ha soggiunto Landini auspicando ora un confronto verso "una vera riforma fiscale".
Anche per Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl, si tratta di "un risultato parziale ma positivo", mentre Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, ritiene si sia "partiti con il piede giusto: si allarga la platea, si mantiene il bonus, si introduce il ragionamento sulle detrazioni".

Il taglio del cuneo fiscale

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La proposta discussa in sede di confronto prevede che il taglio del cuneo fiscale parta dal 1° luglio 2020, interessando i redditi fino a 40mila euro che si vedrebbero aumentare lo stipendio netto. Ne sarebbero coinvolti, si stima, ben 16 milioni di lavoratori, una platea assai più ampia (circa 4,3 milioni in più) di quella che già riceve il bonus Irpef varato dal governo Renzi che, per il momento, non dovrebbe sparire.
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Gli 11,7 milioni di lavoratori (con redditi fino a 26.600 euro) che già beneficiano del bonus di 80 euro potranno comunque vedersi riconoscere altri 20 euro netti in più in busta paga ogni mese. Il maggiore vantaggio sarà comunque percepito dagli oltre 2 milioni di lavoratori, sinora esclusi dal bonus Renzi, con redditi tra 26.600 e 35mila euro, che potranno godere di un bonus di circa 80 - 100 euro mensili.
Da un lato, i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 28mila euro annui si vedranno riconoscere un bonus fino a 100 euro ogni mese. Oltre tale soglia, il "bonus" (credito fiscale) si convertirebbe in "sconti fiscali", dunque in detrazione, secondo un meccanismo di "décalage" che vede la cifra ridursi progressivamente.

Bonus di 100 euro per redditi fino a 28mila euro

Superata la soglia dei 28mila euro e fino ai 35mila euro, il beneficio calerebbe gradualmente fino ad arrivare a 80 euro mensili, mentre oltre i 35mila euro scatterebbe una discesa più incisiva sino ad arrivare al totale azzeramento dello sconto fiscale oltre i 40mila euro di reddito.

Décalage oltre i 28mila euro

Oltre i 28mila euro partirà un meccanismo di "décalage", quello su cui anche Elsa Fornero insisteva da tempo, per cui il bonus, ovvero il credito di imposta, si trasforma in detrazione secondo un meccanismo a calare, che ridurrà il beneficio progressivamente fino a 80 euro al mese per chi ha 35mila euro di reddito: 97 euro al mese per un reddito da 29 mila euro e 94 euro per uno da 30 mila, ad esempio. E così via.

Foto: 123rf.com
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