L'obiettivo del governo sarebbe una modifica dei requisiti per andare in pensione, che comporterebbe un risparmio di 6,3 miliardi. Addio dunque a quota 100 e arriva quota 102?

di Gabriella Lax - Per le pensioni si guarda al futuro e si pensa a una "quota 102". L'obiettivo del governo sarebbe una modifica dei requisiti par andare in pensione, che comporterebbe un risparmio di 6,3 miliardi. Come avevamo detto, i tecnici sono già al lavoro (vedi anche Pensioni: cosa può cambiare per quota 100) per gestire l'uscita da "quota 100" in tempo utile, prima cioè della fine della fase di sperimentazione.

In cosa consiste "quota 102"

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E la sperimentazione termina alla fine del 2021: il rischio è uno scalone a inizio 2022 che innalzerebbe di molto l'età per il pensionamento. Da qui prende piede l'ipotesi di "quota 102", come riporta il Sole 24 Ore, ossia l'uscita con 64 anni di età e 38 di contributi.

Il risparmio con "quota 102"

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L'operazione costerebbe 2,5 miliardi l'anno fino al 2028 e comporterebbe risparmi significativi rispetto a "quota 100". E l'obiettivo del governo è proprio quello di risparmiare. Se si mantengono gli attuali parametri, per il prossimo anno la spesa ipotizzata è di 8,8 miliardi. Se si guarda a flusso del 2019, quando si calcolavano 350mila uscite e se ne sono verificate solo 120mila, la spesa si dovrebbe dimezzare a 4.4 miliardi. I parametri rideterminati con "quota 102", porterebbero a una pensione a 64 anni con 38 di contributi, comportando una diminuzione della cifra a 2,5 miliardi con un ulteriore risparmio di quasi 2 miliardi. Questa manovra potrebbe finanziare quel taglio del cuneo fiscale da una decina di miliardi che il nuovo esecutivo si è prefissato.

Il requisito anagrafico a 64 anni

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Sempre seguendo l'ipotesi del Sole, l'innalzamento del requisito anagrafico a 64 anni è il lato in comune, in aggiunta al calcolo interamente contributivo del trattamento anticipato, come nel caso di "Opzione donna", per le soluzioni pensate da una parte del Pd e dai tecnici di area Dem. Ma anche di esperti indipendenti o vicini al centrodestra, come per Alberto Brambilla, già sottosegretario al Lavoro nel Governo Berlusconi e attuale presidente di Itinerari previdenziali, secondo il quale per scongiurare il rischio-scalone sarebbe necessario un pensionamento agevolato a 64 anni di età, adeguata alla speranza di vita con 37/38 anni di contributi. Quindi: Quota 101 o, più probabilmente, 102 interamente "contributiva". Con un costo di circa 2,5 miliardi l'anno fino al 2028, molto inferiore rispetto a "quota 100".

Se si dovesse dare il via alla riforma dal 2021, considerando i 48,58 miliardi previsti dal decreto del 29 gennaio 2019, di cui se ne spenderanno circa 17 per le misure già in corso fino al 31 dicembre di quest'anno, (con un risparmio quindi di oltre 31 miliardi) il costo per questa proposta, a sentire Brambilla, sarebbe pari fino al 2028 (8 anni) a circa 20 miliardi poi, fino al 2036 di circa 1,9 miliardi l'anno, già previsto dal decreto. Per il 2021 si avrebbe un incremento di spesa di circa 2,5 miliardi l'anno fino al 2028 e 1,9 dal 2028 al 2038, dopo di che l'incremento si azzera. Rispetto a quanto stanziato si risparmierebbero oltre 11 miliardi al 2028 e circa 1 miliardo al 2036.

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Foto: 123rf.com
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