Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del presidente dell'ASS.I.O.M. al ministro Bonafede. Marotta: "La mediazione civile è una reale e concreta opportunità per il cittadino e per le aziende e deve essere potenziata, non mortificata"

Illustre Sig. Ministro Bonafede,

il suo DDL sulla riforma della giustizia prevede un forte ridimensionamento dell'istituto della mediazione civile.

Avremmo desiderato che le proposte consegnate nelle Sue mani, Signor Ministro, nel corso del nostro incontro del 1° marzo 2019, fossero state maggiormente prese in considerazione.

Le proposte dell'ASS.I.O.M. al Ministro Bonafede

In particolare, fra le altre idee, Le avevamo suggerito:

a) l'ampliamento delle materie oggetto del tentativo obbligatorio di mediazione civile ai contratti d'opera, di appalto, il mandato, agenzia, mediazione, nonché alle materie di competenza del tribunale delle imprese;

b) la costituzione di un fondo a carico degli organismi per garantire il fabbisogno finanziario relativo ad ogni attività preordinata all'iscrizione, alla tenuta, all'informatizzazione e alla vigilanza del Registro degli Organismi di Mediazione e dell'Elenco dei Formatori per la Mediazione tenuti presso il Ministero della giustizia;

c) che l'accertamento tecnico nelle controversie in materia di responsabilità medica e sanitaria si svolgesse davanti al mediatore con potere di quest'ultimo di formulare una proposta conciliativa laddove non si fosse raggiunto un accordo;

d) di prevedere che tra i parametri della valutazione dell'attività dei magistrati rientrassero anche il numero delle cause demandate in mediazione conclusesi positivamente.

Cosa prevede la riforma della giustizia in materia di mediazione civile

Ebbene, di tutte queste proposte, Lei ha recepito solo l'estensione della obbligatorietà della mediazione civile al mandato e ai contratti di mediazione. Troppo poco, Signor Ministro. Anche in virtù del fatto che il Suo ddl prevede l'eliminazione dell'obbligatorietà del tentativo di mediazione per i contratti bancari, finanziari e assicurativi, nonché per le controversie in materia di responsabilità medica, in quanto in tali materie la mediazione civile non avrebbe ottenuto i risultati deflattivi sperati.

Per lo scioglimento delle comunioni, invece, siccome la mediazione civile ha mostrato esiti positivi, si vorrebbe introdurre uno speciale procedimento di mediazione, ma affidato ad avvocati iscritti nell'elenco speciale come delegati alle vendite e alla custodia dei beni pignorati.

Per i contratti bancari, finanziari e assicurativi, e le controversie in materia di responsabilità medica, l'eliminazione della obbligatorietà potrebbe essere in qualche modo comprensibile poiché giustificata dall'inefficacia della mediazione. Ma sul punto, mi limito ad osservare che la mancanza dei risultati sperati non è determinata dalla inefficacia della mediazione civile, bensì dal comportamento riluttante delle banche e delle assicurazioni nei confronti dell'istituto. Questi enti, infatti, non si presentano mai in mediazione civile per cercare una soluzione transattiva, preferendo invece farsi notificare l'atto di citazione e sperando così che le ingenti spese da sostenere per il giudizio scoraggino il consumatore. In buona parte va così, è la legge dei grandi numeri. E le banche e le assicurazioni ne traggono un importante vantaggio economico.

Ma se l'atteggiamento degli istituti bancari e assicurativi è comprensibile, in quanto risponde alla logica privata del massimo profitto, la logica delle istituzioni pubbliche dovrebbe essere improntata alla tutela degli interessi del cittadino e non tesa ad avallare i comportamenti scorretti dei c.d. poteri forti.

L'eliminazione della l'obbligatorietà del tentativo di mediazione per i contratti bancari, finanziari e assicurativi, nonchè per le controversie in materia di responsabilità medica, rischia di essere interpretata proprio come un regalo a banche e assicurazioni.

Uno speciale procedimento di mediazione per lo scioglimento delle comunioni. Siamo sicuri?

Ma la cosa che più sorprende, è la volontà di istituire uno speciale procedimento di mediazione per lo scioglimento delle comunioni giustificata dal fatto che la mediazione civile in questa materia ha dato i suoi buoni frutti. Procedimento speciale da affidare, tuttavia, non ai mediatori civili, che da dieci anni a questa parte hanno reso possibili questi ottimi risultati, bensì agli avvocati iscritti nell'elenco speciale come delegati alle vendite e alla custodia dei beni pignorati.

Non si capisce, Signor Ministro, perché una cosa che funziona debba essere cambiata. Con tutto il rispetto per i Colleghi iscritti in detto elenco, per quale motivo si ritiene che altri professionisti, con diverse competenze, possano ottenere risultati migliori di quelli, già di per sé ottimi, raggiunti dai mediatori civili? Perché estromettere dei professionisti - i mediatori civili - che hanno maturato un'esperienza decennale, con competenze specifiche e con risultati da Lei riconosciuti come ottimi ed attestati dalle statistiche del Suo Ministero? Perché prevedere una nuova procedura che avrà costi maggiori di quella attuale?

La mediazione civile: una opportunità per il cittadino e per le casse dello Stato

Ci ripensi, Signor Ministro, e si ricordi che la mediazione civile non rallenta i processi, ma di processi ne ha fatti risparmiare ben 120.000, tanti quanti sono gli accordi fino ad oggi raggiunti.

La mediazione civile, quindi, è una reale e concreta opportunità per il cittadino e per le aziende e dovrebbe essere potenziata, non mortificata.

Peraltro, la mediazione civile rappresenta un'opportunità anche per le casse dello Stato: un'opportunità che - ogni anno - vale circa 50 milioni di euro per le tasse pagate dagli organismi di mediazione e per il risparmio ottenuto dalla mancata celebrazione dei processi (cfr. l'Analisi economica della mediazione civile pubblicata dall'ASS.I.O.M.).

Signor Ministro, comunque vada, tanti auguri di Buon Natale.

Avv. Giovanni GIANGRECO MAROTTA

Presidente dell'ASS.I.O.M. - Associazione Italiana degli Organismi di Mediazione



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