Le aziende ne licenzieranno 16mila, lo Stato è pronto ad assumerne solo 11 mila. L'appello dei sindacati: serve una soluzione per tutti i lavoratori

di Gabriella Lax - Sarebbero circa 5.000 gli esuberi tra gli addetti alle pulizie nelle scuole da gennaio 2020. Infatti le aziende ne licenzieranno 16mila, lo Stato è pronto ad assumerne solo 11mila.

Tra tanti esuberi, pulizia dei plessi a rischio

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Da gennaio 2020 scattano 16mila procedure di licenziamento, a fronte di 11.263 riassunzioni da parte del ministero della Pubblica istruzione. Questo significa che, alla scadenza degli appalti, è a rischio la pulizia dei scuole italiane, più di 30mila plessi scolastici in Italia.

Colpa delle internalizzazioni

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Ma come si è arrivati a questa situazione? La causa è riscontrabile nelle cosiddette "internalizzazioni", stabilite dal decreto legge 126/2019 con le "Misure di straordinaria necessità e urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti".

Già adesso il numero degli addetti alle pulizie è insufficiente a coprire il fabbisogno di oltre 30mila plessi scolastici italiani: ciò che potrebbe accadere in seguito si può solo immaginare.

Le richieste dei sindacati

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Mentre da un lato si profila anche l'incostituzionalità del decreto, dall'altro i sindacati premono perché si trovi una soluzione valida per tutti i lavoratori, una soluzione che eviti gli esuberi e la perdita di tanti posti di lavoro. Nel frattempo i vertici di ANIP-Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, chiedono «al più presto l'apertura di un tavolo istituzionale. Il governo convochi le parti datoriali: le nostre imprese sono pronte al confronto per trovare una soluzione, ed evitare un vero e proprio salto nel buio ai lavoratori e le loro famiglie. Fermare gli appalti nelle scuole è anacronistico, dannoso per le imprese, per il mondo scolastico e per i lavoratori».


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