Secondo il ministro Speranza il calcolo del ticket sanitario dovrebbe avvenire secondo un criterio progressivo. Ma il premier Conte frena la riforma. Novità anche su aumenti in busta paga

di Gabriella Lax -Per la sanità in arrivo due novità che riguardano il ticket sanitario e le buste paga. E, inoltre, l'intenzione è quella di eliminare il superticket sulle prestazioni specialistiche ed ambulatoriali.

Nuovo patto per la salute, Speranza: «Servono più medici e infermieri»

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«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti» così recita l'articolo 32 della Costituzione che guiderà la riforma.

Come avevamo già scritto (vedi Arriva la riforma del ticket sanitario), è il ministro della Salute Roberto Speranza che, illustrando le decisioni dell'ultimo Consiglio dei ministri, in un video dalla sua pagina Facebook, chiarisce preliminarmente «Abbiamo un aumento di 2 mld di euro per il Fondo sanitario nazionale nel 2020 rispetto al 2019. Quindi basta tagli e più risorse per il sistema sanitario nazionale, ma - aggiunge - le risorse da sole non bastano a risolvere i problemi». Il primo e più rilevante problema è quello, secondo il ministro, della carenza di personale. «Abbiamo bisogno di più medici, di più infermieri, di più personale sanitario in tutte le strutture del nostro territorio nazionale. Per questo ci siederemo ad un tavolo con le Regioni per provare a sottoscrivere, nel più breve tempo possibile, il nuovo patto per la salute in cui affronteremo le questioni del personale ed anche altri problemi rilevanti». Ad esempio, prosegue il ministro, «penso alla necessità di implementare l'assistenza territoriale e alla liste d'attesa le cui conseguenze ogni giorno sono ancora nella vita reale del nostro Paese».

Ticket con criterio progressivo

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Secondo Speranza il nuovo sistema dovrà «eliminare le disparità» poiché «non si può prescindere dalle condizioni economiche». Ed ancora, evidenzia il ministro «Abbiamo deciso ieri di affrontare la questione del superticket, un balzello di 10 euro che purtroppo non consente a troppi cittadini di accedere al sistema sanitario nazionale. Ieri abbiamo scritto che è sbagliato il superticket, poiché produce disuguaglianze e quindi ci impegniamo a superarlo nel più breve tempo possibile». Dulcis in fundo: «Abbiamo deciso di collegare alla Finanziaria - afferma - un disegno di legge di riordino della materia del ticket lo faremo con un criterio di progressività. Oggi al di là delle soglie di esenzione si paga la stessa cosa. Credo che su questo si possa intervenire con un principio molto semplice: chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno». Tutto con un limite massimo di spesa annua superato il quale non si dovrà più pagare. Come riferisce Ansa il costo dei ticket sanitari sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del "reddito familiare equivalente", ossia del reddito prodotto dal "nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare", stabilendo un importo come limite massimo annuale di spesa, al raggiungimento del quale l'assistito sarà esentato dal partecipare alla spesa sanitaria.

Il premier Conte frena la riforma

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A dare una brusca frenata, dopo l'accelerazione del ddl del ministro Speranza, ci pensa il premier Giuseppe Conte che specifica: «Il nostro progetto non scade a dicembre ma è da attuare nel corso della legislatura e anche i tempi degli interventi sono da dosare nel corso dei prossimi mesi e anche degli anni». Il lavoro annunciato dal ministro della salute potrebbe però prevedere come passo preliminare l'avvio della cancellazione del superticket, già in manovra, e la riforma vera e propria più in là, da attuare con calma. Per pagare le cure in base al proprio reddito, dunque, a quanto pare, si dovrà ancora attendere.

Aumento in busta paga

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Quanto agli stipendi, la riduzione del cuneo fiscale annunciata dall'esecutivo dovrebbe portare in busta paga circa 500 euro in più all'anno. Si tratterebbe dunque di circa 40 euro in più al mese. L'indicazione arriva dal viceministro all'economia, Antonio Misiani, intervenuto su Rai3. La misura dovrebbe riguardare chi ha un reddito annuo sotto i 26mila euro, ossia i beneficiari del bonus Renzi. Le risorse, stando alle stime, ammonterebbero a 5,85 miliardi di euro e allo studio c'è anche l'ipotesi di tranche annuali o rateizzate mensilmente. Il tutto, ovviamente, è ancora da discutere nel cantiere manovra, sia con i tecnici che con le parti sociali.


Foto: 123rf.com
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