Tra i temi del rapporto Censis sull'avvocatura 2019, redditi in lieve rialzo, tariffe degli avvocati e un sistema di assistenza sanitaria unificata per tutte le libere professioni

di Gabriella Lax - Una sorta di ritorno delle tariffe per gli avvocati e la creazione di un sistema di assistenza sanitaria unificata per tutte le libere professioni. Ma non solo. Per la ripresa l'avvocatura fa leva su donne e giovani. Queste le novità a margine della presentazione del "IV Rapporto Censis sull'avvocatura italiana 2019", dal titolo "Giustizia, professione e welfare", realizzato dal Censis per la Cassa Forense, presentato nei giorni scorsi a Roma da Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, e Andrea Toma del Censis, e discusso da Nunzio Luciano, Presidente della Cassa Forense, con Francesco Giorgino.

Rapporto Censis avvocatura: giovani e donne futuro della professione

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Come precisano i dati della nota del Censis «dal 2000 in poi il numero degli iscritti agli albi forensi è sempre aumentato, ma con tassi d'incremento sempre più contenuti. Se nel 2000 la variazione degli iscritti rispetto all'anno precedente era stata pari all'8,7%, la crescita tra il 2017 e il 2018 è stata solo dello 0,3%. E il reddito medio degli avvocati, dopo le variazioni negative soprattutto negli anni 2010-2014, è aumentato dello 0,5% tra il 2016 e il 2017». Secondo Nunzio Luciano, presidente di Cassa forense «Dal rapporto Censis 2019 emergono alcuni elementi che lasciano sperare in un futuro migliore per quanto riguarda la professione forense. Positivi sono gli indicatori relativi a un miglioramento del reddito, sia pure in misura molto contenuta, di giovani e donne, due categorie che hanno rappresentato nel recente passato gli elementi di maggiore vulnerabilità del sistema. Importante è anche la percezione positiva del futuro da parte dell'intera categoria, a riprova dell'importante lavoro svolto da istituzioni e associazioni forensi».

Come riportano i numeri «Nel 2018 quasi il 30% degli avvocati ha dichiarato un fatturato in crescita rispetto all'anno precedente, per il 34,8% è rimasto invariato e per il 35,6% ha subito un ridimensionamento. Per gli avvocati donne la percentuale in sofferenza scende al 34,1%, contro il 36,7% degli uomini. Tra le professioniste la condizione di stabilità o di miglioramento riguarda il 65,9%». Ed inoltre in crescita il fatturato per gli avvocati che esercitano da meno tempo o che sono più giovani d'età: il 42,5% degli under 40 anni ha dichiarato un aumento nel 2018, mentre tra i più anziani la quota si abbassa sotto il 20%. Per i prossimi due anni il 31% degli avvocati prevede un miglioramento dell'attività, mentre il 42,1% è più prudente, prevedendo stabilità. Per le donne il 32,7% prevede un miglioramento, contro il 29,7% degli uomini. Tra gli ottimisti i più giovani, sia in termini di anzianità professionale (il 50,4% degli avvocati con meno di dieci anni di attività), sia in termini di età anagrafica (il 49,9% degli under 40 anni).

Avvocati, ritorno alle tariffe?

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Nel messaggio che ha inviato alla presentazione del rapporto Censis, il ministro della giustizia Alfonso Bonafede non parla espressamente di un ritorno alle tariffe per gli avvocati piuttosto scrive di «misure che restituiscano agli avvocati la garanzia di un riconoscimento economico commisurato e proporzionato alla complessità e alla assoluta rilevanza della loro professione». Ed ha poi fatto menzione del protocollo del 2 luglio scorso col quale viene creato il «Nucleo centrale di monitoraggio sull'equo compenso», ossia quella cabina di regia che è tenuta a «vigilare costantemente sull'esatta e rigorosa osservanza della disciplina dell'equo compenso».

Da qui l'impegno del Guardasigilli a proseguire il monitoraggio sull'equo compenso grazie cabina di regia al Ministero, ad introdurre la figura dell'avvocato in Costituzione «a garanzia del diritto alla difesa» e assicurazioni di tempi certi di liquidazione delle parcelle con l'avvio dell'esame del Ddl sul gratuito patrocinio.

Avvocati, verso un sistema di assistenza sanitaria unificata

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Luciano ha anticipato la realizzazione di un progetto di assistenza sanitaria unificata, sul quale la Cassa forense sta lavorando insieme all'Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) e che nascerà partendo dall'attuale fondo sanità per professionisti dell'Enpam. Tema questo sul quale si continuerà a discutere in vista degli Stati generali delle libere professioni che si terranno a Roma a marzo del 2020.


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