Tre i fermi disposti dalla Dda di Palermo e dalla procura di Agrigento con l'accusa di tortura. È la prima volta che il reato viene applicato in Italia

di Redazione - tre fermi con l'accusa di tortura. È quanto hanno disposto la Dda di Palermo e la procura di Agrigento, nei confronti di tre migranti ospiti dell'hotspot di Messina. È la prima volta che il reato viene contestato nel nostro paese.

Le accuse

I fermati devono rispondere dei reati di sequestro di persona, tratta di esseri umani e tortura, per aver trattenuto in un campo di prigionia libico decine di profughi pronti a partire per il nostro paese.

I fermi sono stati eseguiti dalla Squadra mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi.

Patronaggio: agire a livello internazionale

"In relazione al fermo di tre cittadini extracomunitari indiziati di avere preso parte ad atti di tortura all'interno di un illegale centro di detenzione libico in danno di migranti, esprimo soddisfazione per il lavoro investigativo svolto dalla Squadra mobile di Agrigento sotto il coordinamento delle Procure di Agrigento e Palermo". Così ha dichiarato all'Adnkronos il Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio parlando dei tre fermi emessi a carico dei tre migranti ospiti dell'hotspot di Messina.

"Questo lavoro investigativo - ha aggiunto Patronaggio - suscettibile di ulteriori importanti sviluppi, ha dato conferma delle inumani condizioni di vita all'interno dei cosiddetti capannoni di detenzione libici e la necessità di agire, anche a livello internazionale, per la tutela dei più elementari diritti umani e per la repressione di quei reati che, ogni giorno di più, si configurano come crimini contro l'umanità".

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Foto: 123rf.com
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