Da domani, primo agosto, inizieranno i pagamenti dei dipendenti statali in pensione che hanno fatto domanda con quota 100

di Gabriella Lax - Dal prossimo primo agosto ci saranno più di seimila dipendenti pubblici che invece di andare in ferie prenderanno la pensione. Introdotta a gennaio 2019, Quota 100 consente di andare in pensione ai lavoratori che hanno compiuto 62 anni di età e hanno 38 anni di contributi.

In pensione da domani 6.235 dipendenti pubblici

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In particolare i nuovi pensionati saranno 6.235. Dunque il numero dei dipendenti pubblici in pensione potrebbe crescere di altre 3mila unità se a fine luglio l'Inps avrà completato la procedura di certificazione delle 31mila domande in giacenza, per metà delle quali la decorrenza scatta nel 2020.

Il numero, in questo caso, sarà comprensivo del 19% dei 51mila dipendenti statali che avevano presentato domanda. In caso di certificazione delle giacenze, su 9mila pensionati previsti si tratta, in primis, più di 5mila, di dipendenti degli enti locali, 2mila provenienti dal settore Sanità, di cui 280 medici e 933 infermieri, e poco più di mille dipendenti ministeriali. A loro si aggiungeranno i sedicimila dipendenti della scuola per un totale di 22mila pensionati.

Continuando coi calcoli, le domande di pensionamento con Quota 100 presentate dai dipendenti pubblici, con il meccanismo del preavviso di sei mesi, sono alla fine di luglio circa la metà delle 100mila che il governo aveva previsto inizialmente. Se si sommano in totale, le domande provenienti dai dipendenti privati e dagli autonomi, a fine 2019 si dovrebbe arrivare a circa 205mila nuovi pensionamenti. Così il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, nello stilare il Rapporto annuale. Quota 100, nell'anno del suo battesimo, avrà il 29% in meno del previsto, il che comporta un risparmio non indifferente da parte dello Stato di più di un miliardo di euro.

Pensioni "quota 100", gli altri numeri

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Prendendo in esame gli altri numeri relativi alle pensioni "quota 100" scopriamo che a fine giugno sono state 233.080 le nuove pensioni in decorrenza, delle quali 96.679 sono pensioni di anzianità/anticipate. Un dato rilevante, dai numeri dell'Inps, è che le uscite anticipate sono circa il triplo rispetto al primo semestre del 2018, grazie all'avvio di "quota 100" da aprile e dal blocco dell'incremento dei requisiti per l'accesso alle anticipate a 43 anni. Invece le pensioni di vecchiaia restano a a 28.859, per effetto dell'aumento dell'età a 67 anni.

Assegni sociali in calo

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Fermi invece gli assegni sociali: pagati 6.119 rispetto agli oltre 15mila del primo semestre 2018. La spiegazione è semplice se si considera che il requisito d'età è passato da 66 anni e 7 mesi a 67 anni per effetto dell'incremento della aspettativa di vita, parametro cui è legato il requisito anagrafico per ottenere questo assegno assistenziale. Nel decreto n. 4/2019 è stato stabilito il congelamento dell'aumento di 5 mesi per le anzianità ma non quello per gli assegni sociali.

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