Firmato un protocollo d'intesa tra ministero della Giustizia e Cnf per la costituzione di un nucleo centrale di monitoraggio della corretta applicazione della disciplina in materia di "equo compenso"

di Gabriella Lax - L'equo compenso sarà monitorato grazie a un protocollo d'intesa firmato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il Consiglio nazionale forense. L'accordo ha portato all'istituzione del Nucleo Centrale di monitoraggio della disciplina dell'Equo compenso per la professione forense.

Equo compenso firmato protocollo Cnf-Giustizia

A sottoscrivere il documento (in allegato) il Guardasigilli e Andrea Mascherin, presidente del Consiglio Nazionale Forense, l'istituzione che rappresenta l'avvocatura italiana. Il Nucleo centrale di monitoraggio, istituito al ministero della giustizia, potrà contare sulla collaborazione degli Ordini locali forensi. L'accordo è strutturato in cinque articoli che trattano rispettivamente dell'istituzione del nucleo centrale di monitoraggio e delle sue funzioni e dell'organizzazione, della rete nazionale di monitoraggio, mentre un quinto articolo si occupa della clausola di invarianza finanziaria.

In particolare, il nucleo centrale di monitoraggio:

- monitora il rispetto e l'applicazione della vigente disciplina in materia di equo compenso, anche da parte dell'Autorità giudiziaria, in relazione alle prestazioni rese dai professionisti nei rapporti con privati e pubblica amministrazione;

- coordina le attività della Rete nazionale di monitoraggio;

- riceve dal Consiglio nazionale forense le segnalazioni relative alla violazione della normativa in tema di equo compenso e tiene una banca dati delle segnalazioni e dei documenti e studi statistici comunque acquisiti sul tema;

- può segnalare all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e ad altre Autorità eventualmente competenti i comportamenti di committenti privati e pubblici che violano la normativa in tema di equo compenso;

- propone iniziative legislative in materia di tutela dell'equo compenso;

- può sollecitare i committenti pubblici e privati in capo ai quali siano state rilevate violazioni della normativa in materia di equo compenso ad adeguare conseguentemente le proprie prassi.

«Vogliamo fare qualcosa che vada a incidere direttamente sulla vita quotidiana degli avvocati - chiarisce il Guardasigilli - E questo che abbiamo realizzato è un protocollo che va in questa direzione. Si tratta, nel pieno rispetto della prassi, di un segnale forte e chiaro che ci auguriamo veda presto coinvolti anche altri ordini professionali affinché questo possa diventare un modello che vada a tutelare anche altre categorie». Come chiarisce Mascherin: «Questo protocollo di oggi rappresenta una novità dirompente per gli avvocati e un salto di qualità rispetto alla tutela concreta della professione. Riteniamo essenziale promuovere con il ministero la corretta applicazione della normativa sull'equo compenso anche con la futura istituzione di una autorità garante con poteri sanzionatori e di indagine, specialmente nei confronti dei committenti forti, inclusa la pubblica amministrazione. Per questo è fondamentale il coinvolgimento degli Ordini come previsto dal protocollo».

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