Bonafede illustra la riforma della legge elettorale per la composizione dell'organismo di autogoverno della magistratura

di Gabriella Lax - Dopo lo scandalo che ha coinvolto i magistrati del Csm ora il ministro alla giustizia Alfonso Bonafede illustra la riforma della legge elettorale per la composizione dell'organismo di autogoverno della magistratura e lo fa rispondendo al question time, alla Camera, in particolare due interrogazioni sulle iniziative con le quali si intende reagire al "mercato delle nomine" tra politici e magistrati.

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Csm, vincolo di entrata e niente ruoli politici

Per evitare che si arrivi «ai minimi storici», ha chiarito il Guardasigilli rispondendo alle interrogazioni alla Camera sulle iniziative con cui si intende reagire al caso Palamara e al mercato delle nomine che sta emergendo dalle intercettazioni dell'inchiesta di Perugia, la normativa sarà connotata, in primis, dal vincolo di entrata nel Csm: per accedervi sarà necessario non avere ricoperto ruoli politici elettivi nei 5 anni precedenti. Quindi mai più parlamentari che diventano membri laici del Csm. Tra magistratura e politica sarà costruito un muro invalicabile, perché evidenzia il guardasigilli: «Se un magistrato imbocca la strade della politica sappia che è a senso unico e non si torna indietro. Altro che porte girevoli! Dobbiamo innalzare un muro invalicabile con un intervento che dovrebbe riguardare il magistrato che entra in politica ed è eletto ma, con gradazione differente, anche il magistrato che solo candidandosi perde già la sua terzietà».

Bonafede "no riforma punitiva"

Bonafede ribadisce però che non si tratta di una riforma punitiva: piuttosto l'obiettivo è «rilanciare il prestigio del Csm, depurandolo dal rischio di degenerazioni del correntismo e da possibili condizionamenti delle politica. Per questo non si interverrà solo sul sistema elettorale, che sarà affidato ad una norma ad hoc perché è un tema su cui il Parlamento deve avere totale centralità».

Ci saranno dei limiti invalicabili per tutti i componenti: se i laici non potranno più provenire da esperienze politiche elettive, i togati eletti dai magistrati non potranno utilizzare il Csm come trampolino di lancio per successivi incarichi direttivi.

Sarà prevista un'attesa di quattro anni dalla fine del mandato prima di presentare la propria candidatura per il vertice di una Procura o di un tribunale. Confermato, infine, il taglio dei compensi per tutti i consiglieri.


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