Arrivano le linee guida del Gafi per contrastare l'utilizzo delle criptovalute come strumento di riciclaggio di denaro sporco o per finanziare il terrorismo

di Gabriella Lax - Finisce l'anonimato per le criptovalute. A stabilirlo qualche giorno fa, il Gruppo d'azione finanziaria internazionale (Gafi) - Financial Action Task Force (Fatf) - durante la sessione plenaria a Orlando, negli Stati Uniti.

Bitcoin: addio anonimato?

Quando si utilizza il bitcoin si dispone di un indirizzo ad hoc. In nessun modo è possibile determinare a chi appartenga un determinato indirizzo (almeno a livello teorico), e dunque è possibile affermare che il riferimento disponibile sia semplicemente uno pseudonimo. Dopo l'avvento della quarta direttiva dell'UE (n.2015/849) in tema Aml, Anti money launderign (antiriciclaggio banche), chi fornisce il servizio di compravendita di criptovalute deve richiedere ai clienti dei documenti identificativi.

Criptovalute, le linee guida

Non di rado le criptovalute sono state usate per affari poco leciti. Da qui le linee guida per contrastare l'utilizzo delle criptovalute come strumento di riciclaggio di denaro sporco o per finanziare il terrorismo. Le linee guida richiedono di implementare gli stessi requisiti antiriciclaggio delle istituzioni finanziarie tradizional, come riporta Italia Oggi.

Ecco quali sono le novità: il primo principio è proprio quello di abolire completamente l'anonimato: si dovrà identificare sia chi sta inviando fondi e sia chi è il destinatario. In secondo luogo, a proposito della condivisione delle informazioni: i fornitori di servizi cripto dovranno sviluppare processi in cui sia possibile la condivisione delle informazioni con altri provider e con le autorità.

In terzo luogo, oltre che rendere obbligatoria l'identificazione dei clienti, si dovranno applicare procedure idonee di "Know your customer" attraverso una dovuta due diligence per misurare il rischio dei clienti e garantire che non siano coinvolti in attività illecite. In ultimo, si dovrà passare attraverso una adeguata prevenzione dei rischi legati alle specifiche attività: i fornitori di servizi cripto dovranno sviluppare strutture che tengano conto dei rischi dell'attività svolta.

Adottando questi criteri il Gafi si assicurerà che i fornitori di servizi patrimoniali virtuali non operino più nell'anonimato. La linee guida saranno quindi un punto di partenza vincolante per tutti i paesi.

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