La triste fotografia è scattata dal nono Rapporto Rbm-Censis sulla sanità pubblica, privata e intermediata, presentato al "Welfare Day 2019"

di Gabriella Lax - Quasi un italiano su due paga le prestazioni sanitarie che gli necessitano. La triste fotografia è scattata dal nono Rapporto Rbm-Censis sulla sanità pubblica, privata e intermediata, presentato al "Welfare Day 2019".

Sanità a pagamento per oltre il 44% degli italiani

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Tornando ai numeri: sono 19,6 milioni gli italiani costretti a pagare di tasca propria per almeno una prestazione sanitaria. In 28 casi su 100 i cittadini avendo provato a prenotare nel Ssn poi, constatati i lunghi tempi d'attesa, hanno dovuto rivolgersi alla sanità a pagamento, privata o intramoenia.

Questi sono i numeri di chi ha scelto di effettuare le prestazioni a pagamento (il 22,6% nel Nord-Ovest, il 20,7% nel Nord-Est, il 31,6% al Centro e il 33,2% al Sud). Passano alla sanità a pagamento il 36,7% dei tentativi falliti di prenotare visite specialistiche, in particolare il 39,2% al Centro e il 42,4% al Sud; e il 24,8% dei tentativi di prenotazione di accertamenti diagnostici, nello specifico il 30,7% al Centro e il 29,2% al Sud.

Sanità, il calvario delle lunghe liste d'attesa

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Per quanto riguarda le liste d'attesa: sono 128 giorni in media quelli che occorrono per una visita endocrinologica; 114 giorni per una diabetologica; 65 giorni per una oncologica; 58 giorni per una neurologica; 57 giorni per una gastroenterologica; 56 giorni per una visita oculistica. Per quanto riguarda gli accertamenti diagnostici: in media 97 giorni prima di effettuare una mammografia, 75 giorni per una colonscopia, 71 giorni per una densitometria ossea, 49 giorni per una gastroscopia. Il Servizio sanitario non riesce più a erogare in tempi adeguati prestazioni incluse nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e prescritte dai medici, e cresce il numero dei cosiddetti forzati della sanità che dovranno pagare le spese di tasca propria.

Sanità, sale la spesa privata

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La conseguenza di tutte queste assenze di Lea, dei tempi attesa e dell'emigrazione verso strutture private è che la spesa privata sale a 37,3 miliardi di euro: +7,2% dal 2014 (-0,3% quella pubblica). Tra il 2013 ed il 2018 a fronte di una crescita del +9,9% della spesa sanitaria privata, la spesa sanitaria 'intermediata' dalla sanità integrativa è cresciuta del +0,5%. La spesa sanitaria privata media per famiglia ha raggiunto quota 1.437 euro. Altra conseguenza è la convinzione maturata da tanti cittadini che comunque nel pubblico i tempi d'attesa sono troppo lunghi, a pensarlo: il 38% delle persone con redditi bassi e il50,7% di chi ha redditi alti. Il 62% di chi ha effettuato almeno una prestazione sanitaria nel sistema pubblico ne ha effettuata almeno un'altra nella sanità a pagamento: il 56,7% delle persone con redditi bassi, il 68,9% di chi ha redditi alti. Sono inoltre 13,3 milioni le persone che a causa di una patologia hanno fatto visite specialistiche e accertamenti diagnostici sia nel pubblico che nel privato, per verificare la diagnosi ricevuta. Secondo il rapporto del Censis, infine, tra le prestazioni sanitarie effettuate direttamente nel privato, hanno una prescrizione medica il 92,5% delle visite oncologiche, l'88,3% di quelle di chirurgia vascolare, l'83,6% degli accertamenti diagnostici, l'82,4% delle prime visite cardiologiche con Ecg.


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