I dati diffusi dal ministero in occasione del 14 giugno, giornata della donazione. Ecco come funziona il permesso per chi è donatore

di Gabriella Lax - Il 14 giugno si è celebrata la giornata della donazione del sangue. I dati diffusi dal ministro della Salute in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue che l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) fissa il 14 giugno sono positivi. Per i donatori inoltre è previsto un permesso retribuito. Vediamo come funziona:

Donazioni di sangue in crescita

Le donazioni sono sufficienti a coprire il fabbisogno (a parte il plasma che si ferma al 70%). Lo scorso anno, il nostro Paese ha registrato 1,68 milioni di donatori, con una crescita dello 0,2%. Il dato che però fa riflettere è che è vero che i donatori aumentano, ma si tratta di donatori in età avanzata e non di giovani. I donatori nella fascia di età tra 18 e 25 anni sono in calo costante dal 2013, e nel 2018 sono risultati poco più di 210mila, il 12% del totale. Lo stesso per quelli tra 26 e 35 anni, che erano lo scorso anno 290mila, circa il 17%. A contrario, per effetto dell'invecchiamento della popolazione, crescono invece i donatori nelle fasce più "anziane": nelle fasce 36-45 e 46-55 sono rispettivamente il 25% e il 29%. Come chiarisce il ministro alla Salute Giulia Grillo: «Dobbiamo lavorare tutti insieme per sostenere e sviluppare il sistema sangue italiano riconosciuto come un modello da seguire anche dall'Oms, che ci ha affidato l'organizzazione dell'evento globale della Giornata mondiale dei donatori del 2020. Le trasfusioni e le terapie salvavita con i farmaci derivati del plasma sono inseriti nei Livelli essenziali di assistenza ma solo grazie allo sforzo dei donatori e delle loro associazioni è possibile garantirle quotidianamente ai pazienti».

Ecco come funziona il permesso per chi è donatore

I permessi per la donazione del sangue vengono erogati dal datore di lavoro, ma coperti dall'Inps per chi assenta dal lavoro per donare gratuitamente il sangue. Se il lavoratore ha donato il sangue e si è dovuto assentare dal lavoro, la giornata non lavorata viene coperta dall'Inps con l'erogazione di un'apposita indennità. Come chiarisce il sito dell'Inps: al lavoratore dipendente che cede il proprio sangue gratuitamente viene concessa una giornata di riposo che viene indennizzata. La giornata di riposo retribuita spetta a tutti i lavoratori dipendenti con qualsiasi qualifica, assicurati presso l'Inps, indipendentemente dal settore lavorativo. Non spetta invece ai lavoratori autonomi; ai lavoratori che versano contributi nella gestione separata. La retribuzione spettante al donatore è quella corrispondente alle ore non lavorate comprese nella giornata di riposo. Il lavoratore può non avere titolo ad alcuna retribuzione (es.: donazione effettuata di sabato in caso di settimana corta) oppure può avere diritto ad una retribuzione inferiore a quella giornaliera.

Leggi anche Donazione sangue: permesso retribuito anche ai non idonei


In evidenza oggi: