In G.U. il decreto che segna il ritorno sulla carta d'identità della dicitura padre e madre ma Famiglie Arcobaleno, Cgil e politici del M5S contestano la decisione

di Gabriella Lax - Era stato un impegno preso da Matteo Salvini «in difesa della famiglia naturale». Impegno mantenuto che si concretizza con il ritorno sulle carte d'identità, dell'antica dicitura "padre" e "madre" in sostituzione della scritta "genitori". Il decreto (in allegato), fortemente voluto dalla Lega, col M5S contrario, è stato ufficializzato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma piovono proteste da parte delle Famiglie Arcobaleno, di Cgil e politici del M5S che contestano la decisione del governo.

Carta d'identità elettronica, torna la dicitura "padre" e "madre"

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Sulla Gazzetta ufficiale del 3 aprile 2019, n. 79, è stato pubblicato il decreto del Ministero dell'Interno 31 gennaio 2019 di «Modifica del decreto 23 dicembre 2015, recante modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica» che stabilisce che il termine "genitore" sia sostituito dai più tradizionali "padre" e "madre", tutte le volte in cui si incontra nel testo che predispone le "modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica". Una modifica, si legge nel decreto, necessaria per «adeguarlo alla normativa dello stato civile, in particolare per quanto attiene alla qualificazione dei soggetti legittimati a presentare agli ufficiali d'anagrafe la richiesta di emissione del documento elettronico in favore di minori di età».

CIE, modifiche nonostante il parere contrario del Garante

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Un decreto che è arrivato nonostante il parere negativo degli alleati M5s e del Garante della Privacy che, col provvedimento numero 476 del 31 ottobre 2018 aveva rilevato «profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica "padre" o "madre"».

Si tratta di una modifica che, potenzialmente «rischierebbe di imporre in capo ai dichiaranti, all'atto della richiesta del rilascio del documento di identità del minore, in relazione all'obbligatoria riconducibilità alle nozioni di "padre" e "madre", il conferimento di dati inesatti o di informazioni non necessarie di carattere estremamente personale, arrivando in alcuni casi a escludere la possibilità di rilasciare il documento a fronte di dichiarazioni che non rispecchiano la veridicità della situazione di fatto derivante dalla particolare composizione del nucleo familiare».

Proteste contro il decreto

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Il provvedimento, come ovvio, ha suscitato un mare di proteste soprattutto da parte delle Famiglie Arcobaleno, di Cgil, politici del M5S e regioni. Le associazioni delle famiglie annunciano piogge di ricorsi al Tar e la regione Piemonte ha già fatto sapere che aiuterà le coppie nei procedimenti giudiziari. "Il decreto è palesemente illegittimo e discriminatorio perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi - spiega Marilena Grassadonia, presidente delle Famiglie Arcobaleno, mediante trascrizioni di atti esteri o adozioni da parte del partner del genitore biologico grazie all'art. 44, lett d (adozione in casi particolari) - sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro".

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Foto: 123rf.com
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