Conferma unanime da parte dell'Aula di Montecitorio all'emendamento al d.d.l. sul Codice Rosso che introduce il reato di revenge porn. Dopo l'approvazione, il testo passerà al vaglio del Senato
di Lucia Izzo - Disco verde alla Camera, con nessun voto contrario, al testo, condiviso tra maggioranza e opposizione, riguardante l'introduzione del reato in caso di "revenge porn".

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Nella giornata di ieri, a seguito dell'accordo raggiunto in Commissione Giustizia, l'Aula di Montecitorio, ha dato il via libera all'emendamento introdotto al d.d.l. sul "Codice rosso" recante "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere ".

Il sì dell'Aula circa l'istituzione del reato di revenge porn è stato unanime, con 461 voti a favore e nessun contrario, e l'esito della votazione è stato accompagnato da un lungo applauso. Il provvedimento, nella sua interezza, si avvia ora verso l'approvazione definitiva da parte della Camera e passerà poi all'esame del Senato. Con 384 voti favorevoli e solo 2 contrari è stato introdotto anche il nuovo reato dello sfregio del volto, con pene dagli otto ai quattordici anni di reclusione.

Revenge porn, sarà reato: le reazioni

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Nei giorni scorsi la discussione su questa parte del d.d.l. si era infiammata dopo che Lega e M5S avevano votato contro le proposte presentate dalle opposizioni, in particolare da Forza Italia e dalla deputata ed ex presidente della Camera, Laura Boldrini. Il Movimento 5 Stelle aveva poi annuncuato, in una conferenza stampa al Senato, un proprio disegno di legge sul tema.
Dopo sei giorni dallo scontro, seguito dall'occupazione dei banchi per protesta da parte delle deputate di Forza Italia e PD, il dietrofront che ha portato all'approvazione dell'emendamento sul revenge porn è stato accolto con entusiasmo.
Laura Boldrini, che aveva spronato le forze di maggioranza a intervenire in materia, ha twittato: "Sono molto contenta che Lega e 5Stelle abbiano riconosciuto l'errore della scorsa settimana e oggi hanno votato in Aula l'emendamento per introdurre il reato di Revenge Porn" .
Il primo passo dovrà essere ora confermato dal Senato, dove è in cantiere anche l'approvazione di una legge organica contro il revenge porn, a seguito della proposta con prima firmataria la senatrice M5S Elvira Evangelista: "È una battaglia di civiltà che stiamo portando avanti coinvolgendo esperti e rappresentanti della società che hanno conosciuto queste tragedie. La norma inserita nel Codice Rosso è un buon inizio, al Senato stiamo affrontando la materia nel suo complesso, dobbiamo costruire percorsi educativi per i nostri giovani, la rete deve essere usata in modo consapevole. Vogliamo anche stabilire regole precise per i siti internet e i social network. È un dovere, un impegno assunto con persone che vedono in questo percorso parlamentare la prima risposta ad un vuoto durato per troppo tempo".
Soddisfazione anche da parte del vicepremier Luigi Di Maio che ha affidato a Twitter il suo commento e il suo sostegno alla senatrice: "Bene l'emendamento unitario sul revenge porn. Ora approviamolo, ma poi portiamo subito in aula la legge della senatrice del M5S Elvira Evangelista per regolamentare la materia nel suo insieme. Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie!".
'Sull'introduzione del reato di revenge porn ha prevalso la ragione. Se oggi abbiamo votato sì è solo grazie alla protesta delle opposizioni che giovedì hanno impedito che l'emendamento venisse respinto. Spaccare Paese e Parlamento sulla violenza contro le donne è inaccettabile", ha commentato invece Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

Revenge porn: cosa prevede l'emendamento?

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Il testo approvato prevede di inserire nel codice penale un nuovo art. art. 612-ter c.p. dedicato al reato di "Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti". Salvo che il fatto costituisca più grave reato, si puniranno coloro che, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegnano, cedono, pubblicano o diffondono immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate.

La pena sarà quella della reclusione da uno a sei anni, accompagnata da una multa da 5.000 a 15.000 euro. Ma non è tutto, poiché, alla stessa sanzione, soggiaceranno anche coloro che hanno ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video e che, a loro volta, li diffondano senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.

Un aggravamento di pena è previsto qualora i fatti siano commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.

Il delitto sarà punibile a querela della persona offesa e il termine per proporla sarà di sei mesi. L'eventuale remissione della querela potrà essere soltanto processuale.

La pena sarà, invece, aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. In tali casi, inoltre, si procederà d'ufficio e lo stesso avverrà quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale è prevista la procedibilità d'ufficio.

Castrazione chimica: la Lega ritira l'emendamento

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La Lega ha, invece, annunciato di aver ritirato l'emendamento alla legge contro la violenza sulle donne volto a introdurre la "castrazione chimica" per chi compie violenze sessuali. Sul tema, infatti, sarebbe mancato l'appoggio del Movimento 5 Stelle e ciò avrebbe messo in difficoltà l'equilibrio della maggioranza enfatizzando divisioni interne.

Lo ha confermato il ministro Giulia Bongiorno: "Siamo consapevoli che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5S. Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il Governo e questo provvedimento".

La castrazione chimica, ha però precisato Bongiorno, non è stata accantonata del tutto: "Riteniamo la norma utile, presenteremo un nuovo disegno di legge". Un'idea condivisa anche dal vicepremier Matteo Salvini: "Uno stupratore non solo va incarcerato ma va curato. Andremo avanti, ma ne parleremo più avanti, da domani. Oggi è una giornata troppo bella, troppo importante per le donne".


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