In 70 deputati hanno firmato la proposta di legge della Lega per rendere più agevole l'iter per acquistare un'arma destinata alla difesa personale. Ma in Parlamento ci sono ben 10 proposte

di Gabriella Lax - Una proposta di legge per rendere più agevole l'iter per acquistare un'arma destinata alla difesa personale. Dopo l'approvazione della legge sulla legittima difesa, si passa ora alle norme che regolano il possesso delle armi sulle quali si è già alzato un polverone. L'attenzione è concentrata sul ddl ribattezzato "pistola facile", firmato da 70 deputati della Lega (prima firmataria Vanessa Cattoi) per «rendere più agevole l'iter per acquistare un'arma destinata alla difesa personale, aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d'armi» (in allegato). Ma in Parlamento vi sono ben 10 proposte di legge che mirano a modificare la legge sulle armi e non tutte si muovono verso un senso più permissivo.

Acquisto armi facile, c'è il ddl della Lega

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Nel nostro Paese è possibile detenere un'arma anche senza avere il porto d'armi, a patto che, per essere a libera vendita, l'arma dovrà avere una potenza inferiore ai 7,5 joule (che è l'unità di misura dell'energia cinetica sviluppata dal proiettile al momento dell'impatto). Attualmente, superando quel limite, l'arma si considera da fuoco e serve un'autorizzazione e denuncia di possesso. Lo scopo del ddl della Lega è velocizzare l'iter dell'acquisto di un'arma per la difesa personale e aumentare la potenza di fuoco dell'arma a libera vendita. Incrementando - da 7,5 a 15 joule «la potenza delle comuni armi da sparo al di sopra della quale è necessario avere il porto d'armi».

Un ddl che ben si accompagna alla legge sulla legittima difesa appena approvata poiché sarebbe più semplice avere uno strumento di autodifesa in casa, in modo da poter incidere di più nei confronti dell'aggressore, non con una semplice scacciacani o con una pistola spray al peperoncino. E di allungare così la distanza per poter eventualmente utilizzare l'arma in caso di aggressione. In sostanza non si andrebbe a modificare la normativa sul porto d'armi ma, più semplicemente, la legge del 1975 numero 110 che era già stata aggiornata nel settembre del 2018.

Ddl armi, "no" dal Movimento 5 Stelle

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Non sembra convinto delle scelte leghiste il Movimento 5 Stelle, il cui leader, Luigi Di Maio, a proposito del ddl sulle armi, dalla sua pagina Facebook dichiara: «Io un Paese con la libera circolazione delle armi non lo voglio. Non lo vuole il M5S e sono sicuro non lo vogliano nemmeno gli italiani. Nessun eletto del movimento la voterà. Nessuno. Anche perché più sicurezza non vuol dire certo più armi in strada - e poi, tornando a riferirsi al contratto di Governo evidenzia - Se mai un giorno avrò la fortuna di avere un figlio voglio che vada a scuola sereno e tranquillo, che da adolescente passi il tempo a studiare e a viversi la vita, non che trovi il modo di comprarsi facilmente una pistola. Abbiamo fin troppi problemi da risolvere in questo Paese, non aggiungiamone altri».

Acquisto armi: le altre proposte in Parlamento

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Oltre al ddl che vede come prima firmataria la Cattoi, in Parlamento giacciono altre proposte (in totale 10) che mirano a modificare la normativa sulle armi ma non tutte in senso più permissivo.

Uno dei testi è quello di Maria Cristina Caretta (deputata Fratelli d'Italia) che mira ad estendere il rilascio della licenza di porto d'armi anche a chi sia stato condannato e riabilitato. La licenza nello specifico sarebbe concessa anche ai condannati "per delitti non colposi contro le persone commessi con violenza, ovvero per furto, rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione" purchè sia intervenuta sentenza di riabilitazione.

Un altro ddl, depositato a palazzo Madama da Meinhard Durnwalder, senatore della Südtiroler Volkspartei (gruppo Per le Autonomie), punta alla concessione di speciali deroghe al possesso di armi "in occasione di rievocazioni storiche e di manifestazioni folcloristiche o commemorative". Agli aderenti alle associazioni tradizionali e culturali "è consentito esibire - si legge nel ddl -, portare e usare, con cartucce a salve, le armi fabbricate anteriormente al 1950 e le loro repliche ad avancarica, previa autorizzazione dell'autorità locale di pubblica sicurezza, rilasciata all'associazione interessata sulla base di un dettagliato elenco delle armi e dei loro portatori". Nei casi indicati è consentito "il porto di balestre, spade, sciabole, armi d'asta, baionette, pugnali e stiletti".

In senso più restrittivo, si muove invece il ddl presentato dal senatore Antonio De Poli (Fi) insieme all'ex leader Udc Pier Ferdinando Casini. Il fine è quello di inasprire le pene nei delitti contro la persona in caso di possesso di armi sia proprie che improprie, oltre che in caso di porto abusivo di armi e di porto fuori dalle mure domestiche di "armi improprie".

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Foto: 123rf.com
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