Per i giovani avvocati, ad un anno dall'approvazione delle legge sull'equo compenso la situazione non è migliorata, serve norma che disponga obbligatorietà parametri minimi

di Gabriella Lax - La libera professione è uno strumento utile alla promozione del sistema Paese, non può costituire un semplice costo da porre in bilancio e da tagliare ogni qual volta si può. Serve dunque una nuova norma che disponga l'obbligatorietà dei parametri minimi come baluardo della tutela della dignità professionale e delle legittime aspettative che nutrono i giovani professionisti. Così l'Aiga (l'Associazione dei Giovani Avvocati) nel denunciare «una gara al ribasso, soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni, nel riconoscimento dei compensi per gli incarichi professionali».

Aiga su equo compenso: è una gara al ribasso

Ad un anno dall'approvazione delle legge sull'equo compenso la situazione non è migliorata. Secondo un report condotto dall'Associazione è impercettibile l'impatto delle nuove norme a tutela delle professioni, ad eccezione dei casi in cui «gli ordini territoriali provvedono ad impugnare direttamente i bandi legali delle pubbliche amministrazioni lesivi della normativa sull'equo compenso». Per il presidente Nazionale di Aiga, avv. Alberto Vermiglio serve «avere coraggio ed andare incontro alle concrete esigenze delle professioni e ciò bisogna fare ammettendo che le liberalizzazioni, volute da Bersani dieci anni fa, non hanno prodotto i vantaggi sperati per la concorrenza ed hanno invece determinato uno squilibrio inaccettabile tra clientela e professionista, in particolar modo in favore di banche, assicurazioni, imprese ed industrie dei grandi comparti economici». L'unica eccezione è stata riscontrata nella Regione Lazio che, chiosa il presidente Aiga, «ha posto in discussione al Consiglio Regionale una legge che porti le pubbliche amministrazioni e le società partecipate ad adeguarsi alla normativa sull'equo compenso nel conferimento degli incarichi di natura professionale». L'obiettivo dell'Aiga è adesso attuare «una forte azione di sensibilizzazione di tutte le componenti politiche - chiude Vermiglio - che dovrà portare ad un nuovo momento di considerazione delle libere professioni quale strumento utile alla promozione del sistema paese e non invece come un semplice costo da porre in bilancio e da tagliare ogni qual volta si può. Sotto questo profilo tutte le giovani professioni si giocano il proprio futuro e non faremo alcun passo indietro pur di garantire ad ogni professionista ciò che gli spetta».


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