Dai primi di dicembre si parla di reddito di salute come componente del reddito di cittadinanza o come voucher di scopo. Vediamo in cosa consiste la proposta

di Annamaria Villafrate - In arrivo il reddito di salute, che potrebbe essere riconosciuto sotto forma di componente del reddito di cittadinanza o come un voucher di scopo. A lanciare la proposta alla Camera la fondazione Farefuturo nei primi giorni del mese di dicembre. Si tratta di una misura che potrebbe risolvere il problema della spesa sanitaria privata, attraverso la creazione di un Fondo sanitario integrativo o di una polizza, per risparmiare e in prospettiva futura, garantire cure a tutti, nel rispetto dei principi di solidarietà, universalismo e uguaglianza che sono alla base del nostro sistema sanitario.

Reddito salute: cos'è?

Di reddito salute se ne parla dai primi di dicembre, da quando la fondazione Farefuturo, la cui presidenza è stata affidata al senatore Adolfo Urso, l'ha proposta alla Camera, nel corso di un convegno. La proposta del reddito salute, da realizzare attraverso il reddito di cittadinanza, di cui costituirebbe una componente o con l'assegnazione di un voucher di scopo, per pagare un'assicurazione sanitaria integrativa, potrebbe essere la soluzione per garantire a tutti di curarsi, a costi ridotti.

Un "secondo pilastro" insomma, come è stato definito, quello dell'assicurazione sanitaria integrativa, che al costo di 50 centesimi al giorno, stando ai calcoli di Farefururo, permetterebbe ai cittadini di curarsi, risparmiando.

Per finanziare questo aiuto, lo Stato, da parte sua, potrebbe darsi maggiormente da fare per recuperare gli aiuti messi a disposizione dai fondi sociali europei e quanto mal gestito in detrazioni.

Reddito salute: l'ottavo rapporto RBM-Censis sulla sanità

Chiariamo subito che il rapporto nasce dalla collaborazione tra RMB Assicurazione Salute Spa, la maggiore compagnia assicurativa specializzata nell'assicurazione sanitaria e il Censis un centro studi che dal 1964 effettua ricerche in campo economico e sociale.

Concentrando l'attenzione sulle conclusioni di pag. 70 del rapporto emerge che:

  • ogni cittadino paga annualmente di tasca propria 655 euro per spese sanitarie;
  • che nel 2017 più di 11 milioni di italiani sono stati costretti a indebitarsi per pagare queste spese, 7 milioni hanno dovuto intaccare i propri risparmi e 3 milioni sono stati costretti a vendere casa;
  • che su una spesa complessiva di 39,7 miliardi in cure che i cittadini pagano di tasca propria, solo il 15% è stato rimborsato da forme sanitarie integrative.

Alla luce di questi dati, risulta che la creazione di un "Secondo Pilastro" che potrebbe essere rappresentato da una polizza sanitaria per tutti i cittadini o da un Fondo sanitario integrativo sarebbe in grado di realizzare "una congiunzione tra le strutture sanitarie private (erogatori) e dei cosiddetti terzi paganti professionali (le Forme Sanitarie Integrative, appunto) con una funzionalizzazione della Sanitaria Privata alla tutela complessiva della salute dei cittadini."

I vantaggi di questo sistema? Il rapporto parla di un risparmio minimo di 12 miliardi fino a un massimo di 20, a seconda del modello adottato, a fronte di un investimento che non supererebbe il miliardo, risparmio di cui, naturalmente, come anticipato, beneficerebbero anche i cittadini sulla spesa sanitaria privata.

Tutto questo, si rifletterebbe positivamente in termini di sostenibilità futura, qualità delle cure, universalismo, uguaglianza e solidarietà.


Foto: 123rf.com
In evidenza oggi: