Una marcia indietro che però, come spiegano gli addetti ai lavori, non potrà essere eseguita immediatamente, ma solo in un secondo momento, altrimenti si andrebbe incontro all'esercizio provvisorio

di Gabriella Lax - Aveva fatto gridare da subito allo scandalo. Adesso il governo è pronto a fare dietrofront sulla cosiddetta "tassa sul volontariato". Una marcia indietro che però, come spiegano gli addetti ai lavoro, non potrà essere eseguita immediatamente, ma solo in un secondo momento (altrimenti si andrebbe in esercizio provvisorio).

Tassa sul volontariato, il governo è pronto a fare retromarcia

Era stata chiamata la tassa della vergogna o, ancora, patrimoniale sulla solidarietà, la norma del maxiemendamento che ha cancellato per gli enti no profit l'Ires agevolata, portandola dal 12% attuale al 24%. Nel calderone erano finiti in 6.220 tra fondazioni, enti ospedalieri, istituti di assistenza sociale e d'istruzione senza lucro, con un esborso previsto di circa 120milioni di euro per il terzo settore. Una norma che va a toccare un pezzo prezioso di persone che lavorano per il sociale, per i meno fortunati.

Dal governo adesso arriva il dietrofront che però non potrà essere effettuato immediatamente perché il Paese rischierebbe l'esercizio provvisorio. D'accordo sul cambio della norma il vicepremier Luigi Di Maio che chiarisce «Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella Legge di Bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile». Con gli stessi toni le parole dell'altro vicepremier, Matteo Salvini. «Dopo aver incontrato e ascoltato tanti presidenti ed associazioni - evidenzia - garantisco l'impegno del governo ad intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi, ci sarà invece massimo rigore con i "furbetti" che fanno altro».

Non è da meno dal suo profilo Facebook anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte che spiega: «Le iniziative di solidarietà degli enti non profit, anche alla luce del principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per un'efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della persona. Il governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin dall'inizio ha dedicato grande attenzione. Per questo in merito alla norma sull'Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale».

Codacons: «Bene marcia indietro su Ires, ma non basta»

La marcia indietro del governo sull'Ires è fondamentale, ma non può bastare. Afferma Codacons in un comunicato: «Il dietrofront non basta se non verrà approvato l'emendamento per esonerare le onlus dal pagamento del contributo unificato quando avviano azioni sociali, incoraggiando finalmente la difesa degli interessi diffusi dei cittadini e la tutela delle fasce più deboli della popolazione». Ed aggiunge: «Dietro le quinte, comunque, pende la vicenda dell'emendamento presentato proprio da un vice ministro di questo governo, nello specifico Dario Galli, e sostenuto da tanti senatori in parlamento. L'emendamento, accogliendo l'appello di 11 associazioni dei consumatori, prevede - ricorda - di esonerare le onlus dal pagamento del contributo unificato quando avviano azioni giudiziarie di interesse sociale; nei giorni scorsi, nonostante i dati sull'accesso alla giustizia in Italia abbiano toccato vette allarmanti (un milione e mezzo di soggetti svantaggiati, negli ultimi tre anni, non hanno potuto difendere i propri diritti in tribunale), il testo ha incassato la bocciatura del M5S, che ha deciso di schierarsi contro la Lega e ha impedito fino ad oggi l'approvazione della norma». Le vittime di questo bailamme del governo, secondo Codacons «Sono i cittadini, mai come in questo caso, a essere danneggiati dalla scelta del governo - e, a tal proposito. l'associazione rinnova quindi il suo appello a rivedere anche quella decisione inspiegabile e sbagliata, una volta per tutte. Altrimenti la battaglia delle onlus contro il governo sarà senza quartiere, tanto più che gli organi tecnici dei ministeri dell'Economia e della Giustizia si sono già espressi favorevolmente sulla questione».


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