Non e' reato chiedere alla ex moglie 'con parole non equivoche' di fare sesso. Lo ha sancito la Corte di Cassazione che ha reso definitiva l'assoluzione dall'accusa di violenza sessuale per Mario T. , un 42enne di origini avellinesi ma residente a Firenze che pur separato dalla moglie le aveva proposto di fare l'amore abbracciandola e 'pronunciando alcune parole di affetto, desiderio, frustrazione'. Per la terza sezione penale della Suprema Corte (sentenza 16287), un comportamento di questo tipo non configura il reato di violenza sessuale in quanto tale richiesta non e' 'suscettibile di eccitare la concupiscenza sessuale'.

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