C'è il "sì" dei 27 Paesi membri sull'accordo di divorzio tra Londra e Bruxelles. Ora manca la ratifica del Parlamento europeo e di quello britannico

di Gabriella Lax - Per la Brexit c'è l'ok per il divorzio tra Unione europea e Regno Unito. Dopo due anni di negoziati (a fasi alterne) con Bruxelles i 27 Paesi hanno finalmente trovano un accordo che i vari organi europei devono ratificare.

Brexit, c'è l'accordo sul divorzio dall'Europa

[Torna su]

Come annunciato su Twitter dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dopo il vertice straordinario europeo: «I 27 dell'Ue hanno approvato l'accordo di divorzio e la dichiarazione politica congiunta sulle relazioni future tra Regno Unito e Unione europea. Una cosa è certa rimarremo amici per sempre».

La "patata bollente" passa ora alla premier britannica Theresa May che dovrà convincere il Parlamento ed il resto del Paese ad appoggiare l'accordo raggiunto, battezzato dall'unione come il migliore possibile. In una lettera alla nazione la premier scrive «Sarà un accordo nel nostro interesse nazionale, che funziona per tutto il nostro Paese e per tutta la nostra gente, che uno abbia votato Leave o Remain. Farò una campagna con il cuore e l'anima per vincere quel voto».

Brexit, cosa prevede l'accordo raggiunto

[Torna su]

Il Consiglio europeo, in base a quanto concluso «sostiene l'accordo sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e invita la Commissione, il Parlamento e il Consiglio a intraprendere i passi necessari per assicurare che l'accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da garantire «un'uscita ordinata» della Gran Bretagna dall'Unione europea. Il Consiglio inoltre ha ribadito «la determinazione dell'Unione di avere una partnership più stretta possibile con il Regno Unito» in linea con la dichiarazione politica.

Accordo sulla Brexit, le reazioni

[Torna su]

Soddisfatto per l'accordo il presidente francese, Emmanuel Macron, così come il primo ministro lussemburghese, Xavier Bettel che ha sottolineato: «E' un divorzio, non un funerale». Il nostro presidente del consiglio Giuseppe Conte spiega «Non possiamo essere contenti, c'è una qualche nota di tristezza - ha detto - ma siamo anche confidenti che quando si concluderà questo percorso avremo un partenariato strategico e privilegiato con il Regno Unito». Per il vicepremier Matteo Salvini: «Se c'è un voto, il voto va sempre rispettato, ma l'Europa ora deve farsi un esame di coscienza perché in ogni caso la Gran Bretagna era uno dei Paesi che aveva più vantaggi dall'appartenenza all'Unione, pur avendo tenuto la sua moneta, quindi se un Paese così importante ha deciso di uscire evidentemente a Bruxelles qualcuno ha sbagliato qualcosa».

Brexit, e ora che succede?

[Torna su]

Cosa accadrà adesso? Dopo il 3 dicembre il governo inglese pubblicherà un libro bianco sull'immigrazione per dare garanzie su come l'accordo sulla Brexit consentirà di ristabilire il controllo delle frontiere e dire basta all'immigrazione europea illimitata. Verso il 10 dicembre sarà il Parlamento britannico a votare sull'accordo della Brexit, ma il primo ministro, attualmente, non ha i numeri per farlo passare: i laburisti voteranno contro così come gran parte euroscettica di conservatori che pensa di essere stata "tradita" dall'accordo con Bruxelles. In caso di bocciatura gli scenari che si prefigurano una serie di scenari: uscita dall'Ue comunque e senza accordo (la peggiore delle ipotesi possibili); dimissioni della May e successiva sfida per la leadership, elezioni anticipate, secondo referendum sulla Brexit.

Vedi anche:
La guida legale sul divorzio

Foto: 123rf.com
In evidenza oggi: