A margine del convegno di Roma, l'Unione nazionale avvocati degli enti pubblici chiede maggior chiarezza nella normativa
di Gabriella Lax - Serve rilanciare l'housing sociale con norme più chiare. Questo in sintesi il pensiero che ha caratterizzato il convegno dal titolo "Dimensione sociale della rigenerazione urbana: social housing e governo del territorio", organizzato dall'Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep) a Palazzo Spada, presso la sede del Consiglio di Stato a Roma, qualche giorno fa.

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Unaep, rilanciare l'housing sociale

Il nostro Paese ha, secondo i dati, una percentuale di alloggi sociali pari a circa il 5% del totale delle abitazioni, contro una media europea del 20%.

Per questo motivo l'housing sociale «è un tema di grande attenzione che rilancia le possibilità della rigenerazione urbana come strumento alternativo all'eccessivo consumo del suolo ma anche come elemento di rilancio di interventi edilizi". Come riporta una nota dell'Unaep». Così evidenzia Filippo Patroni Griffi, presidente del Consiglio di Stato, ospite del convegno, come riferisce una nota Unaep.

Il presidente di Unaep, avv. Antonella Trentini, ha messo in evidenza, invece, l'importanza del coinvolgimento dell'avvocatura civica nell'individuazione delle possibili soluzioni ai gravi contenziosi che si stanno moltiplicando nel Paese, «soprattutto in un panorama normativo stratificato, non chiaro, privo di organicità, che demanda comunque ai Comuni la responsabilità di stipulare le convenzioni per la rimozione dei vincoli, previa determinazione della percentuale del corrispettivo, prima di competenza ministeriale. Con ciò è necessario consigliare bene e con competenza professionale i dirigenti comunali sulla successione normativa e sulla sua corretta interpretazione».

Andrea Magnanelli, avvocato, vicepresidente di Unaep e dirigente dell'avvocatura capitolina, ha specificato che la situazione Italiana, anche in confronto a quella di altro Stati europei, «impone una profonda revisione normativa di tutta la materia dell'edilizia agevolata. Occorre, in particolare, segnare una netta inversione di tendenza rispetto alla L. 106/2011 che, in nome del recupero di qualche soldo per i Comuni, ha contribuito a sacrificare ulteriormente, mediante il meccanismo dell'affrancazione, la quantità di alloggi destinati alle famiglie meno agiate, facendo entrare nel libero mercato le abitazioni realizzate nei piani di zona. È invece necessario scoraggiare le affrancazioni e, in ogni caso, imporre ai proprietari che affiancano, la restituzione delle agevolazioni e dei benefici ricevuti a spese dei contribuenti».


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