Ultimi ritocchi alla riforma delle pensioni. Confermate Quota100 e la proroga a Opzione Donna. Per gli altri resta la pensione di vecchiaia, si uscirà a 67 anni nel 2019
di Lucia Izzo - Nuovi dettagli emergono in ordine alla manovra pensionistica che è nella sua fase di definizione finale: si sta provvedendo infatti agli ultimi ritocchi alle bozze recentemente circolate il cui testo definitivo è atteso in Parlamento per oggi, o, comunque, agli inizi di novembre. Sul fronte pensioni, sembra che quota 100 uscirà dalla manovra per camminare da sola, con un provvedimento ad hoc e i tecnici sono al lavoro per valutare le diverse opzioni che consentiranno l'operatività della c.d. "Quota 100" (ovvero la somma tra età e contributi).

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In particolare, si attende di capire come funzionerà il ritorno delle c.d. "finestre" e come queste saranno strutturate.

Ecco una panoramica del pacchetto pensioni per il 2019:

Quota 100 con finestre per lavoratori pubblici e privati

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A partire dal prossimo anno 2019, in sostanza, sarà possibile accedere alla pensione anticipata con almeno 62 anni di età e un'anzianità contributiva di minimo 38 anni. Tuttavia, saranno, previste delle "finestre" per l'uscita se i requisiti si maturano da gennaio 2019 in poi.
Nella sua versione più aggiornata, il pacchetto pensioni prevede quattro finestre trimestrali destinate all'uscita dei lavoratori privati e due sole finestre semestrali per i dipendenti pubblici, mentre si passa a una finestra annuale (12 mesi) per il personale della scuola.
In sostanza, i lavoratori privati iscritti all'Inps che maturano i requisiti entro dicembre di quest'anno, potrebbero andare in pensione a partire dall'aprile 2019, mentre chi li matura a partire dal 2019 vedrà la pensione trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti.
Invece, i lavoratori pubblici che maturano i requisiti previsti da "Quota 100" entro il 31 dicembre avranno l'assegno pensionistico dal primo luglio; invece, ove i requisiti siano maturati successivamente, il diritto alla decorrenza dell'assegno sarà maturato dopo 6 mesi.

Pensione di vecchiaia: niente blocco successivo, si uscirà a 67 anni nel 2019

Per chi non raggiunge "Quota 100" resta comunque possibile accedere alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata: per la prima, tuttavia, l'età aumenta di cinque mesi rispetto a quanto previsto attualmente; quindi, dal 2019 sarà necessario avere 67 anni (e un minimo contributivo di 20 anni).
Nella prima bozza del pacchetto pensioni era previsto il blocco dell'età di vecchiaia fino al 2023, ma tale previsione sembra ora accantonata. Ciò significa che, come previsto dalla legge Fornero, il requisito di vecchiaia potrebbe aumentare nel 2021 in quanto si adegua alla speranza di vita.
Nel secondo caso (pensione anticipata), la domanda si potrà proporre al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), a prescindere dall'età. In questo caso, invece, i requisiti rimarranno fermi anche l'anno prossimo e in quelli successivi. Dovrebbe, infatti, operare il "blocco" (niente aumento di cinque mesi previsto) e l'adeguamento alla speranza di vita tornerà solo nel 2023. Tuttavia, è prevista una finestra mobile trimestrale anche per chi esce con questa norma.

Inoltre, il pacchetto pensioni prevede il divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro sopra i 5.000 euro annui per i primi due anni.

Opzione donna: proroga fino al 2021

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Sembra imminente, inoltre, la proroga fino al 2021 di Opzione Donna: potranno accedervi le lavoratrici dipendenti con almeno 58 anni (59 anni per le autonome) con almeno 35 anni di contributi.

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Grazie all'uscita anticipata, queste potranno avere la pensione ricalcolata con il solo criterio contributivo e decorrenza posticipata di 12 mesi (18 per le autonome). Sarà attiva, inoltre, una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome. Non si applicherà l'adeguamento legato alla speranza di vita.

Pensioni personale di volo: ridotto il requisito anagrafico

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È, infine, stato previsto uno "sconto" sul requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia del personale di volo che si ridurrà di due anni, in totale di sette anni rispetto agli altri lavoratori. In pratica si potrà andare in pensione di vecchiaia a 60 anni. La prestazione sarà finanziata attraverso il diritto di imbarco di tre euro sui biglietti che diventerà strutturale.
È, infine, stato previsto uno "sconto" sul requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia del personale di volo che si ridurrà di due anni, in totale di sette anni rispetto agli altri lavoratori. In pratica si potrà andare in pensione di vecchiaia a 60 anni. La prestazione sarà finanziata attraverso il diritto di imbarco di tre euro sui biglietti che diventerà strutturale.

Fondi di solidarietà bilaterali

Inoltre, è al vaglio anche una norma sui fondi di solidarietà bilaterali che, in presenza di accordi collettivi con i sindacati, saranno volti a favorire il ricambio generazionale attraverso l'erogazione un assegno straordinario di sostegno al reddito ai lavoratori che, nei tre anni successivi, raggiungono i requisiti per la pensione anticipata.

Pensioni d'oro: arriva il fondo risparmio

Sta prendendo forma, inoltre, il fondo risparmio nel quale confluiranno i tagli per 5 anni agli assegni delle c.d. pensioni d'oro, ovvero per i redditi previdenziali superiori ai 90mila euro lordi l'anno (4.500 euro mensili). Il taglio, invece, non dovrebbe applicarsi alle pensioni liquidate interamente con il sistema di calcolo contributivo
Il fondo, mira a "garantire l'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolari categorie di soggetti", che verranno successivamente individuate da un decreto del ministro del Lavoro di concerto con il ministro dell'Economia.
Nella bozza, il "taglio" è stato pensato a 5 fasce, ma in discussione vi sarebbe anche un'ipotesi con 4 fasce di riduzione che coinvolgerebbe anche coloro che hanno ottenuto una pensione con il sistema interamente contributivo.
Il prelievo quinquennale sarebbe suddiviso, dunque, in base a 5 distinte aliquote, ma sono previste due ipotesi con percentuali lievemente diverse: per gli assegni fino a 130mila euro lordi l'anno, vi sarebbe un taglio dell'8-10%; da 130mila a 200mila euro un taglio dell'assegno del 12-14%; fino a 350mila un taglio del 14-16%; fino a 500mila un taglio del 16-18% ; infine, un taglio del 20% secco oltre il mezzo milione.
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Foto: 123rf.com
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