Scampato l'ennesimo ritocco al Codice dei Contratti … almeno per ora

di Marco Terrei - Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una conferenza stampa di presentazione del cosiddetto Milleproroghe ha annunciato che è allo studio una correzione al Codice dei Contratti pubblici (Decreto legislativo n. 50/2016) ed in merito a questo dichiara "Abbiamo anticipato un intervento normativo perché riteniamo che la stasi degli ultimi tempi lo richieda, come ha detto anche Cantone. Ci stiamo lavorando, ho costituito un tavolo tecnico presso la Presidenza, dove siedono i ministri competenti, tra cui Toninelli e Tria."
Il presidente del Consiglio ha infine aggiunto che "intervenire su un codice molto corposo e complesso non è semplice. Se ci riusciremo presto o dopo la pausa agostana è difficile prevederlo".

Il "nuovo" Codice degli Contratti e il suo incerto percorso

La pausa estiva è oramai passata ma resta la volontà del nuovo governo giallo/verde di mettere mano al Codice dei Contratti il quale approvato nel marzo del 2016, a solo due anni dalla sua entrata in vigore, ha già subito due interventi correttivi. Nel luglio del 2016 è stato necessario "correggere" i tantissimi errori di battitura, i refusi, le incongruenze che il testo recava al suo interno oltre che modificare 100 dei 220 articoli. Con il Decreto Legislativo 56/2017 definito "decreto correttivo" il corpus normativo ha subito un ulteriore aggiornamento a mezzo di aggiunta di articoli e commi.

La nuova norma sugli appalti avrebbe dovuto abrogare il decreto legislativo 163/2006 e il DPR 207/2010 che insieme hanno guidato per più di dieci anni gli operatori del settore delle procedure di gara tuttavia il processo di trasformazione non si è ancora concluso a totale scapito degli uffici delle Pubbliche Amministrazioni e degli operatori economici i quali a gran fatica procedono in un terreno incerto.

Basti pensare che ad oggi ancora molti dei provvedimenti attuativi ad opera dell'ANAC o di altri soggetti ministeriali non sono ancora stati emanati.

Gli Appalti e la necessaria chiarezza normativa

Gli appalti pubblici che al livello europeo rappresentano 19% del PIL hanno bisogno di poche norme, certe, le quali rafforzate dal continuo aggiornamento in campo giurisprudenziale garantiscano procedimenti snelli e chiari in un contesto che di per sé si caratterizza per la lunga durata dell'intero processo di individuazione del soggetto cui affidare le commesse pubbliche.

La predisposizione di un testo di legge redatto sul filo di lana e la mancanza di un periodo transitorio hanno reso l'applicazione del Codice difficile e non privo di disagi per tutti coloro che in questo settore lavorano; tale situazione ha generato, almeno ne primo anno di applicazione, una importante flessione delle gare poste in essere della PA oltre che aumentare il contenzioso su alcuni aspetti caratteristici del nuovo Codice come gli oneri della sicurezza, la manodopera, le procedure semplificate ma soprattutto in merito al minor prezzo.

Il "Nuovo Correttivo" ai nastri di partenza

Posto che il nuovo testo è oramai stato "digerito" dagli operatori appare comunque evidente che alcuni aspetti, ai quali si è appena fatto cenno, richiedono una modifica infatti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha posto in essere una consultazione pubblica dal 8 agosto al 10 settembre "propedeutica a una proposta di riforma che il Governo intende presentare in autunno" come recita il testo nel sito del MIT. Altre iniziative sono state poste in essere da soggetti operanti nel settore ma anche da parte di molte categorie di imprenditori ed ordini professionali che hanno presentato le loro proposte di modifica.

Ciò detto è auspicabile un intervento del legislatore sul Codice dei Contratti il quale però dovrà avvenire in sintonia con i molti suggerimenti giunti dagli operatori e successivo ad una concertazione con tutti gli attori coinvolti.


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