Dopo l'indagine della magistratura spagnola, il vertice del Cnf chiarisce: «L'avvocatura italiana segnala da tempo il problema all'Europa. Speriamo che questa ne prenda atto»

di Gabriella Lax - «L'avvocatura italiana segnala da tempo il problema all'Europa. Speriamo che questa ne prenda atto». Così, in una nota del 21 settembre scorso, Andrea Mascherin, presidente del Consiglio nazionale forense, intervenuto dopo la notizia delle indagini aperte dalla magistratura spagnola sulle abilitazioni legali facili conseguite in Spagna da italiani per poi esercitare la professione nel nostro Paese.

Abogados, parla il presidente del Cnf Mascherin

Mascherin sottolinea come «la normativa comunitaria e quella dei singoli Stati debbano assicurare l'ingresso nell'Albo forense di professionisti in possesso delle attitudini e delle qualità tecniche e morali per l'esercizio della professione forense». Non solo, ma lo stesso Cnf «stigmatizza chi lucra su questo mercanteggiamento di titoli e seguirà con grande attenzione, analogamente al Ministero competente, la nuova indagine penale della magistratura spagnola, certo che i Consigli territoriali nell'ambito delle loro competenze verificheranno che il conseguimento del titolo da parte degli avvocati stabiliti, sia stato acquisito nel rispetto dei requisiti imperativi della legislazione di provenienza».
«La doverosa libertà di stabilimento - conclude il presidente del Cnf - in nessun caso può legittimare condotte abusive in danno dei tanti giovani avvocati che acquisiscono il titolo professionale all'esito di un lungo ed impegnativo percorso di formazione giuridica e deontologica».


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