Il presidente del Cnf Mascherin: «Deontologia e decoro vietano agli avvocati di offrire prestazioni a titolo gratuito "sfruttando" gravi avvenimenti mediaticamente rilevanti»

di Gabriella Lax - «Deontologia e decoro vietano agli avvocati di promuovere e offrire le proprie prestazioni professionali a qualsiasi titolo, anche gratuito, "sfruttando" gravi avvenimenti mediaticamente rilevanti. Su ciò è importante il controllo delle istituzioni forensi del territorio». Così, in un tweet, il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin.

Mascherin: «Dignità dell'avvocato anche nei casi di grandi tragedie»

Nei casi di grandi tragedie, come accaduto qualche giorno fa a Genova, per la caduta del ponte, non è dignitoso per gli avvocati cercare di accaparrarsi clienti, riuscendo ad offrire persino gratuitamente le loro prestazioni. Chiarisce le ragioni del suo tweet Mascherin, in lunga intervista rilasciata a Il Dubbio, e sottolinea come sia fondamentale che «l'avvocatura non si pieghi a regole di mercato quando queste risultino immorali. Dignità e decoro della professione e regole deontologiche sono principi posti a tutela dei cittadini».

Il presidente del Cnf ricorda che sono istituiti in tutta Italia presso i Consigli dell'Ordine gli sportelli per il cittadino in grado di fornire tutte le informazioni ed indirizzare ad un corretto uso delle possibili forme di tutela, non solo giudiziali. In particolare è attivo lo «Sportello del Cittadino straordinario del COA di Genova riservato a tutte le persone coinvolte nel crollo del ponte Morandi».

La professione dell'avvocato, nel rispetto dei limiti della deontologia, dignità, del decoro deve essere un «modello (…) riferibile a quello voluto da un mercato senza regole, che sacrifica anche la morale agli interessi commerciali. Noi non siamo quell'avvocatura che distribuisce biglietti da visita fuori dagli ospedali».

Guardando ai numeri riferiti al caso della tragedia di Genova, fortunatamente, afferma Mascherin: «Su 250mila avvocati i casi sono pochissimi, ma anche un caso è sempre troppo e non è sopportabile. Devo peraltro dire che la reazione della categoria a questi episodi è di grande indignazione, il che è confortante perché significa che le avvocate e gli avvocati italiani hanno ben chiaro il valore e la specificità costituzionale del loro ruolo».

Anche l'avvocato ha una dignità lavorativa, per questo, il presidente del Cnf coglie l'occasione per sottolineare che «Gli avvocati sono lavoratori come tutti e dunque va rispettato, per esempio, il diritto al giusto compenso. Il loro lavoro deve essere valutato per la funzione costituzionale e per la qualità, che, deve essere chiaro, l'avvocato deve garantire attraverso la formazione, l'aggiornamento, le specializzazioni». Il rischio, in caso contrario, è che si concretizzino «forme di sfruttamento da un lato e di affidamento di incarichi senza garanzie di qualità dall'altro. Per questo motivo la recente legge sull'equo compenso pone un tassello culturalmente fondamentale, che dovrà essere oggetto di valorizzazione ulteriore».


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