I contributi dei dipendenti pubblici gestiti dall'ex Inpdap cadranno definitivamente in prescrizione dal primo gennaio 2019, ancora pochi mesi per la RVPA

di Annamaria Villafrate - Non manca molto al 31 dicembre 2018, termine ultimo entro il quale i dipendenti pubblici (statali, enti locali, ufficiali giudiziari, sanitari, insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate) possono procedere alla RVPA, ossia alla richiesta di variazione, nel caso sussistano lacune nella propria posizione contributiva. Dal primo gennaio 2019 infatti i contributi ex Inpdap (soppressa dal primo gennaio 2012) che non sono stati versati nel Fondo Inps, a cui è stata affidata la gestione, cadranno definitivamente in prescrizione. La proroga dei termini, rispetto alla scadenza effettiva, è stata concessa perché nel passaggio dall' Inpdap all'Inps alcuni contributi potrebbero essere caduti nel dimenticatoio, anche se l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha assicurato ai dipendenti pubblici che provvederà a regolarizzare la loro posizione. Meglio affrettarsi quindi e inoltrare la Richiesta di Variazione della Posizione Assicurativa nei termini.

Prescrizione contributi: riferimenti normativi

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Per comprendere al meglio il tema oggetto della presente trattazione, analizziamo brevemente la disciplina della prescrizione dei contributi previdenziali delle gestioni obbligatorie (per la pensione base), contenuta nei commi 9 e 10 dell'art. 3 della legge n. 335/1995 "Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare", così dispone:

"9. Le contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria si prescrivono e non possono essere versate con il decorso dei termini di seguito indicati:

a) dieci anni per le contribuzioni di pertinenza del Fondo pensioni lavoratori dipendenti e delle altre gestioni pensionistiche obbligatorie, compreso il contributo di solidarietà' (...) ed esclusa ogni aliquota di contribuzione aggiuntiva non devoluta alle gestioni pensionistiche. A decorrere dal 1 gennaio 1996 tale termine e' ridotto a cinque anni salvi i casi di denuncia del lavoratore o dei suoi superstiti;

b) cinque anni per tutte le altre contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria.

10. I termini di prescrizione di cui al comma 9 si applicano anche alle contribuzioni relative a periodo precedenti la data di entrata in vigore della presente legge, fatta eccezione per i casi di atti interruttivi già' compiuti o di procedure iniziate nel rispetto della normativa preesistente. Agli effetti del computo dei termini prescrizionali non si tiene conto della sospensione prevista dall'articolo 2, comma 19, del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638, fatti salvi gli atti interruttivi compiuti e le procedure in corso."

Chiarito che i contributi previdenziali si prescrivono decorsi cinque anni, si ricorda che il termine dei contributi ex Inpdap è stato prorogato, anche se dal primo gennaio 2019 cadranno definitivamente in prescrizione e il lavoratore non potrà più rivendicarli. Detto questo, vediamo insieme:

  • da quando decorre la prescrizione dei contributi ex Inpdap;
  • qual è il termine entro il quale i dipendenti pubblici possono chiedere di verificare la propria posizione contributiva;
  • cosa devono fare i lavoratori del settore pubblico per chiedere all'Inps di regolarizzare la propria posizione contributiva.

Decorrenza prescrizione e termine ultimo per la RVPA

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La questione relativa alla decorrenza del termine di prescrizione è illustrata dalla circolare Inps n. 169/2017 (sotto allegata), secondo la quale: "Affermata la durata quinquennale del termine di prescrizione della contribuzione pensionistica dovuta alle casse gestite dall'ex Inpdap, si fa presente che tale termine, analogamente a quanto accade per le altre forme di assicurazione obbligatoria, decorre dalla data in cui il diritto può essere fatto valere (art. 2935 c.c.), che per la contribuzione coincide con il giorno in cui l'Istituto può esigere la contribuzione, ossia con la data di scadenza del termine per effettuare il versamento (il 16 del mese successivo a quello al quale la contribuzione si riferisce)."

Detto questo, il termine entro il quale i dipendenti pubblici possono fare domanda per verificare la regolarità della propria posizione contributiva, attraverso l'estratto conto Inps/Inpdap e chiederne la variazione (RVPA) è il 31 dicembre 2018.

RVPA dipendenti pubblici: cos'è

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Chiarito che il termine ultimo per chiedere la regolarizzazione della propria situazione contributiva è il 31 dicembre 2018, sul come procedere risponde il sito dell'Inps, nella pagina dedicata alla RVPA, procedura grazie alla quale il dipendente pubblico può:

  • conoscere la consistenza della sua posizione contributiva chiedendo l'Estratto conto;
  • in caso di lacune o inesattezze, effettuare le dovute verifiche, attraverso la Richiesta di Variazione della Posizione Assicurativa;
  • domandare "l'inserimento, la modifica o la cancellazione di un periodo di servizio, riconosciuto, o figurativo".

Inoltrata la richiesta di variazione spetterà all'Inps, dopo specifica istruttoria, con l'aiuto dell'amministrazione o dell'ente datore di lavoro, procedere alla regolarizzazione della posizione contributiva del dipendente pubblico richiedente.

RVPA dipendenti pubblici: come fare

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La richiesta di variazione della posizione assicurativa da parte del dipendente pubblico può eseguirsi in tre modi diversi:

  • attraverso il servizio dedicato sul sito dell'Inps;
  • telefonicamente, chiamando il Contact center al numero 803 164, che è gratuito da rete fissa o il 06 164 164 a pagamento da mobile;
  • rivolgendosi agli enti di patronato e agli intermediari dell'Inps, tramite i servizi telematici offerti.

Circolare numero 169 del 15-11-2017
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Foto: 123rf.com
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