Dopo numerose segnalazioni di buoni pasto non pagati, Consip ha risolto la convenzione con Qui!Group. In attesa di soluzioni, per gli statali si stima una perdita di 140 euro al mese
di Lucia Izzo - Dopo numerose e frequenti disservizi, la Consip, ovvero la Centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, ha provveduto a risolvere la convenzione con la società Qui! che forniva buoni pasto ai dipendenti di diverse amministrazione pubbliche.

I problemi erano stati rilevati in diverse regioni italiane nelle quali la società Qui! era risultata aggiudicataria della gara "Buoni Pasto ed. 7" da fornire alle Pubbliche Amministrazioni: la convenzione rientra tra le quelle obbligatorie per legge per tutte le pubbliche amministrazioni che devono avvalersi di Consip o delle centrali regionali di riferimento, nel rispetto della disciplina vigente.

Tuttavia, Consip si è vista costretta a risolvere la convenzione in Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Lombardia e Lazio a causa del "reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali" da parte di Qui!.


Buoni pasto non pagati: Consip risolve convenzione con Qui!Group

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In particolare, a partire da gennaio 2018, erano state trasmesse a Consip e alle amministrazioni utilizzatrici molteplici segnalazioni di disservizi per la mancata spendibilità dei buoni emessi da Qui!Group.

Nel comunicato stampa che informa della risoluzione, Consip spiega che numerose imprese esercenti la ristorazione nella rete convenzionata con Qui!Group avevano segnalato il mancato pagamento da parte della stessa società delle fatture relative ai buoni pasto spesi dai dipendenti pubblici.

Le segnalazioni hanno fatto scattare verifiche ispettive sistematiche da parte di Consip, sia presso gli esercizi convenzionati (verifiche sulla spendibilità) sia sul rispetto degli impegni assunti in sede di offerta circa la percentuale massima di commissione e i termini di pagamento agli esercenti (verifiche sul rimborso agli esercenti).
Entrambe le attività hanno avuto esito negativo per il fornitore, evidenziando un numero di non conformità di gran lunga superiore al limite massimo ammesso. Alla luce di tali risultanze, Consip sha dovuto procedere con la risoluzione della convenzione stipulata con Qui!Group alla luce del reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali.
La situazione, in realtà, era spinosa già da molto prima che intervenisse la controllata del Ministero dell'Economia e delle Finanze: lo scorso dicembre, ad esempio, il sindacato UGL aveva denunciato la sempre maggiore inspendibilità dei ticket Qui! che venivano rifiutati dagli esercenti o accettati solo per il 50% dell'importo speso.

Quale futuro per i buoni pasto dei dipendenti statali?

Nonostante Consip abbia comunicato di stare già lavorando a un piano di azioni straordinario finalizzato a rendere disponibili, nel più breve tempo possibile, gli strumenti per acquisire una nuova fornitura di buoni pasto, è probabile che per l'operatività delle soluzioni proposte sia necessario comunque attendere diversi mesi.
Nel frattempo sono a rischio i buoni pasto di migliaia di lavoratori statali per cui i ticket sono un diritto per contratto e una risorsa su cui contare: non solo, quindi, non è chiaro cosa accadrà nei prossimi mesi ai ticket, ma quelli già erogati, poiché rifiutati dagli esercenti, potrebbero di fatto non avere più alcun valore ed essere carta straccia.
Come ha spiegato Salvatore Chiaramonte, segretario nazionale della Funzione pubblica della Cgil "sono più o meno 50-60mila gli statali a essere interessati, ai quali bisogna poi aggiungere i dipendenti degli enti locali e della Sanità". Il segretario stima una penalizzazione di non poco conto per i lavoratori: "Per ogni dipendente pubblico parliamo di almeno 140 euro al mese. Ogni buono è da 7 euro, si lavora in media almeno 20 giorni al mese: il calcolo è facile".

Buoni pasto: interviene il Ministro, pronta class action

Sulla vicenda si è espressa anche il ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno assicurando che "saranno individuate in tempi brevi soluzioni idonee a tutelare i dipendenti e porre rimedio a questa situazione che reputo intollerabile". Ancora, aggiunge il ministro, "Ho già sensibilizzato le strutture tecniche competenti per avere un approfondimento sulle cause e le responsabilità di quanto accaduto".

Rassicurazioni a parte, al momento mancano ancora concrete modalità operative per venire incontro ai disagi dei dipendenti che hanno manifestato la loro preoccupazione. Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, ha sottolineato che "I possessori di buoni pasto hanno ormai acquisito un diritto che va tutelato e osservato. Non si può scaricare sul dipendente l'inadempimento della società". Inoltre, nonostante i ticket di Qui!Group siano ancora formalmente spendibili, Dona ha chiarito che di fatto non sono più accettati in alcun esercizio, quindi andrebbero "in qualche modo indennizzati o sostituiti al più presto con quelli di altre società".

Ancora, ha aggiunto il presidente Unc, "visto che la nuova fornitura di buoni pasto non potrà essere operativa prima di dicembre, andranno trovate forme di compensazione per i mesi da luglio a dicembre", e preannuncia di aver chiesto"un incontro urgente con il Governo avvertendo che, laddove venissero violati i diritti dei dipendenti, l'Unc si riserva di intraprendere una class action contro la Pubblica amministrazione.

Anche il Codacons si è espresso con toni analoghi sulla questione: "I buoni pasto sono un diritto economico acquisito dai lavoratori e devono essere usufruiti senza alcuna limitazione di sorta. E' assolutamente illegittimo che un diritto acquisito dei lavoratori venga cancellato con un gesto di spugna e pertanto, se non saranno trovate soluzioni immediate al problema, saranno inevitabili le azioni legali del Codacons contro chi non accetterà i buoni pasto e contro la società erogatrice, a tutela dei titolari dei ticket economicamente danneggiati".

Aperta un'inchiesta sui buoni pasto

Nel frattempo, a Genova la questione Qui!Group è al vaglio della procura che ha aperto un'inchiesta affidandola al sostituto Patrizia Petruzziello e al pool reati economici. Gli inquirenti hanno acquisito i documenti riguardanti la società insolvente, in particolare i bilanci e i numerosi decreti ingiuntivi che i creditori hanno contra l'azienda.
Il fondatore e presidente di Qui!Group Gregorio Fogliani ha rotto il silenzio dichiarando di star "lavorando giorno e notte per mettere in sicurezza il gruppo". L'imprenditore dichiara di essere "vittima di un sistema" a sua volta e promette che presto spiegherà meglio "cosa è accaduto e cosa sta accadendo".
"In questo momento", aggiunge Fogliani, "io ho tre obiettivi. Il primo è quello di salvare tutti i posti di lavoro di questo gruppo, e parliamo di 700 persone. In secondo luogo,salvaguardare i dipendenti che beneficiano dei servizi forniti dalle nostre società. E per terzo, salvaguardare la continuità nella collaborazione che abbiamo con tutti gli esercenti, perché loro sono i nostri partner".
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