Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri in via definitiva il decreto che andrà a modificare la nuova disciplina dettata dalla riforma del terzo settore in materia di impresa sociale

di Marina Crisafi - Via libera al decreto legislativo che introduce correttivi alla riforma del terzo settore. Ieri, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame definitivo il decreto che, in attuazione della legge di riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e del servizio civile universale (legge n. 106/2016), introduce "disposizioni integrative e correttive al d.lgs. n. 122/2017, relativo alla revisione della disciplina in materia di impresa sociale".

Impresa sociale: le novità

In particolare, il provvedimento interviene sull'utilizzazione dei lavoratori molto svantaggiati e dei volontari, sull'adeguamento degli statuti delle imprese sociali e sulle misure fiscali e di sostegno economico. Si prevede, tra l'altro, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, "l'introduzione di un limite temporale di 24 mesi, a partire dalla data di assunzione, ai fini del computo della quota di lavoratori definiti "molto svantaggiati" dipendenti dell'impresa sociale; l'inserimento di una clausola di salvaguardia della normativa in tema di società cooperative, volta a garantire che le operazioni straordinarie avvengano nel rispetto delle finalità tipiche e dell'identità specifica dell'impresa sociale in forma cooperativa e l'introduzione di limiti più stringenti all'impiego di volontari nelle imprese sociali, con la previsione che l'azione dei volontari stessi debba essere aggiuntiva e non sostitutiva di quella dei lavoratori impiegati".

Previsti anche correttivi sul versante fiscale e modificazioni alla disciplina degli investimenti nel capitale delle imprese sociali, tra cui la precisazione che la qualifica di impresa sociale deve essere acquisita da non più di cinque anni.

L'obiettivo, si legge nel comunicato è quello di allineare la disciplina "a quanto previsto dalla normativa sulle startup innovative (art. 25 d.l. n. 179/2012), già approvata da parte della Commissione Europea.

Si amplia, infine, da 12 a 18 mesi il termine entro il quale le imprese sociali già costituite devono adeguarsi alla nuova disciplina.

Plauso dal terzo settore per decreto correttivo

Soddisfazione da parte del Forum del Terzo Settore per l'approvazione del decreto correttivo sull'impresa sociale. "A pochissimi giorni dal termine ultimo per apportare al testo le necessarie modifiche, tiriamo un sospiro di sollievo per questo tassello fondamentale che si aggiunge al completamento della riforma del Terzo settore" afferma infatti la portavoce del Forum, Claudio Fiaschi.

"L'impresa sociale rappresenta un modello economico alternativo con un grande potenziale di innovazione sociale e una soluzione, unica nel suo genere, per la costruzione di partenariati tra diversi soggetti mettendo l'economia al servizio della comunità" commenta la Fiaschi, secondo cui "le norme contenute nel testo approvato solleveranno le tante realtà di Terzo settore interessate dalle preoccupazioni riguardo, ad esempio, la scadenza per apportare le modifiche agli statuti, ora prorogata al 20 gennaio 2019, e diversi aspetti fiscali, inizialmente penalizzanti".

Il decreto correttivo, inoltre, apre alla possibilità per le ex Ipab di essere annoverate tra le imprese sociali e prevede che il ristorno ai soci non sia considerato distribuzione degli utili. Tutte disposizioni che, aggiunge la portavoce, "il Forum Terzo settore ritiene di grande importanza per consentire all'impresa sociale di contribuire positivamente all'apertura di una nuova stagione del Terzo settore".

L'auspicio ora, conclude, è che si proceda "anche all'adozione, nei tempi prefissati, di un primo correttivo del Codice del Terzo settore, che preveda, tra l'altro, la proroga dei termini per la modifica degli statuti degli enti. Misura, questa, che si rivela necessaria in quanto ad oggi non ci sono ancora le condizioni per prendere decisioni rispetto a quale modello statutario adottare".

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