L'Inps tiene fede al cronoprogramma. Per enti giovani e di vecchia generazione si seguono i singoli regolamenti previdenziali
di Gabriella Lax - Per il cumulo gratuito delle pensioni sono circa 1.300 le domande di accesso alla prestazione col nuovo regime. Si tratta di quei lavoratori con carriere divise fra più gestioni previdenziali. E l'Inps tiene fede al cronoprogramma dopo l'intesa con le varie Casse private circa la definizione (in separata sede) della questione relativa all'attribuzione dei costi gestionali delle pratiche. Le primi liquidazioni per Enpam (comprensivo di medici e dentisti) e Inarcassa (che raccoglie ingegneri e architetti), le prime due casse a firmare un accordo con l'istituto di previdenza e poi ancora l'Enpapi (per gli infermieri), l'Eppi (dei periti industriali), la Cipag (per i geometri), l'Enpaf (per i farmacisti) e l'Enpav (per i veterinari). Come riporta Italia Oggi, prossimamente gli enti di "vecchia generazione" ossia disciplinati dal decreto legislativo 509/1994 (che sin dalla loro istituzione hanno usato il più generoso sistema di calcolo retributivo, o reddituale, delle pensioni, per poi apportarvi modifiche) e quelli "giovani", istituzionalizzati dal decreto legislativo 103/1996 (che adottano il meccanismo contributivo «puro») determineranno il peso dei trattamenti, seguendo i singoli regolamenti previdenziali. E poi finalmente si partirà coi pagamenti.

Cumulo gratuito circa 1.300 domande di accesso

Ad esempio, nel caso di Enpam per pensione anticipata in cumulo valgono i requisiti della legge Fornero: per gli uomini bastano 42 anni e 10 mesi di contribuzione, e 41 anni e 10 mesi le donne. Servono comunque 30 anni di anzianità dalla laurea. Per la prestazione di vecchiaia si valutano le singole gestioni: per la parte Inps si matura al raggiungimento dei requisiti pubblici di contribuzione e di età (quest'anno 66 anni e 7 mesi), per la parte Enpam a 68 anni. Il metodo per il calcolo è quello previsto dai regolamenti della Cassa dei «camici bianchi», ossia il contributivo indiretto a valorizzazione immediata, eccezion fatta per la Quota A, laddove, nel caso in cui l'associato vada in quiescenza prima del limite di vecchiaia, il meccanismo di computo su tutta l'anzianità maturata è quello contributivo.

Nel caso della Cassa forense, la pensione di vecchiaia mediante cumulo (nella logica dell'istituto «a formazione progressiva», in base al quale l'Inps erogherà l'anticipo, e l'Ente degli avvocati la sua quota a decorrere dal raggiungimento dell'età fissata, ovvero 68 anni fino al 31/12/2018, 69 dall'1/1/2019 al 31/12/2020 e 70 dall'1/1/2021) si perfeziona in presenza dei requisiti anagrafici e di contribuzione più elevati tra quelli previsti dai rispettivi ordinamenti delle gestioni interessate.

Per il sistema di calcolo, per chi raggiunga l'anzianità contributiva complessiva prevista per la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia dunque 33 anni nel 2017, 34 anni dal 2019 e 35 anni dal 2021 in poi sarà retributivo, ma per chi non arriverà a tali soglie anagrafiche sarà contributivo.

Infine per Inarcassa le domande sono liquidabili solo se sono stati maturati i requisiti minimi previsti dalla Cassa e, qualora il professionista possa vantare presso la sola Inarcassa un'anzianità contributiva pari, o superiore a quella minima richiesta per la pensione di vecchiaia unificata ordinaria (nel 2018 è corrisposta ai professionisti che abbiano compiuto almeno 66 anni di età e maturato 32 anni e 6 mesi di iscrizione e contribuzione), sarà applicato il sistema di calcolo «pro-rata» previsto dal regolamento (retributivo per le annualità fino al 2012, contributivo per quelle successive); diversamente, se il professionista non soddisfa tali parametri, troverà applicazione il sistema di computo contributivo.


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