Usi reiterati e ingiustificati e abusi ricorrenti mettono a rischio le agevolazioni previste dalla legge 104 anche per chi ne ha veramente bisogno

di Gabriella Lax - Usi reiterati e ingiustificati e abusi ricorrenti. Per questi motivi la legge 104 del 1992 che consente benefici ai lavoratori inizia ad essere in bilico.

Il caso siciliano dei "furbetti" che si fanno adottare da un anziano disabile per poi usarlo come pretesto per ottenere il permesso familiare concesso dalla legge 104 riporta agli onori della cronaca l'uso dei benefici di una legge spesso al centro delle polemiche.

I numeri ufficiali forniti dall'Inps sui dipendenti del settore privato fotografano un trend molto chiaro: l'uso di questi permessi è in costante crescita e, in quattro anni, fra il 2012 e il 2016, l'aumento dei beneficiari ha fatto segnare un +30 per cento. Sul pubblico, invece, l'Inps fa solo delle stime perchè i numeri sono gestiti direttamente dallo Stato e dalle varie amministrazioni, ma comunque sempre in crescita. In sostanza, quindi, il messaggio è chiaro, se non assiste ad una svolta, i conti pubblici rischiano di essere devastati e ciò farebbe della 104 una legge da salvare.

I requisiti per usufruire della legge 104

Ricordiamo che per ottenere i requisiti per poter usufruire dei permessi stabiliti dalla legge 104 vi sono: essere lavoratori dipendenti (vale anche il lavoro part time) e assicurati per le prestazioni economiche di maternità presso l'Inps; la persona che chiede o per la quale si chiedono i permessi sia in situazione di disabilità grave, come previsto dall'art. 3 della legge; mancanza di ricovero a tempo pieno - o il ricovero per le intere ventiquattro ore, presso strutture ospedaliere o simili, pubbliche o private, che assicurano assistenza sanitaria continuativa - della persona in situazione di disabilità grave.

Per converso, sono esclusi dalla fruibilità dei benefici: lavoratori autonomi e lavoratori parasubordinati; i lavoratori a domicilio; i collaboratori domestici e familiari (colf, badanti, baby sitter etc.); i lavoratori agricoli a tempo determinato a giornata.

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Legge 104: il caso Sicilia e i numeri nel privato

Come riporta il Corriere della sera, la denuncia del governatore della Sicilia Nello Musumeci, parla di 2.350 soggetti che usufruiscono delle legge 104 su 13mila dipendenti (ossia uno su cinque). Il troppo uso fuori dai canoni di legge porta a costi ulteriori e sprechi. In Sicilia dal 2012 al 2016, si è registrato un incremento del 30%, passando da 279.242 a 363.430.

In generale, nel privato, secondo l'Inps, la disabilità si riscontra tra le persone più anziane e le generazioni maggiormente a rischio di non autosufficienza avranno un peso crescente passando da meno di un quinto a un terzo della popolazione italiana. Allora per la Ragioneria Generale la spesa per la non-autosufficienza rispetto al Pil passerà dall'1,9% del 2014 arriverà fino al 3,2% nel 2060. «Costi pesanti, per quanto insufficienti, per l'assistenza diretta e l'assegno di accompagnamento. Aggravati da quelli per i permessi retribuiti previsti dalla 104».

Il calcolo dell'Inps a fine 2015 ha riportato circa 450 mila beneficiari di legge 104, per un costo di circa 1,3 miliardi di euro. Questo per il privato.

Per i dipendenti pubblici, l'Inps si limita a stimare che, su 3.305.313 dipendenti «i permessi retribuiti per assistere le persone in disabilità grave siano fruiti da circa 440 mila soggetti». Così il numero medio procapite annuo di giorni di permesso nel settore pubblico è di ben quattro volte superiore a quello relativo nel settore privato: fino a 6 giorni nel pubblico contro 1,5 nel privato. Ad un miliardo di euro stimati si aggiungano altri 600 milioni circa coi congedi straordinari usufruiti sulla base del D.Lgs. 151/2001. Più di tre miliardi per una cifra che può ancora lievitare.

Vedi anche:
Legge 104: vademecum e testo
- La raccolta di articoli e sentenze sulla legge 104

Foto: 123rf.com
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