L'Agenzia delle Entrate persevera nelle nomine particolarmente discrezionali a tre anni di distanza dalla sentenza della Consulta. La denuncia della Dirstat

di Gabriella Lax - «Reiterate e volute violazioni dell'Agenzia delle entrate che a distanza di tre anni dalla sentenza della Consulta persevera nelle nomine particolarmente discrezionali». Ancora una volta, a denunciarlo è Pietro Paolo Boiano, vicesegretario generale della Dirstat (Federazione indipendente di associazioni e di sindacati operanti nel pubblico impiego dei dirigenti), il quale evidenzia come, nonostante il cambiamento al vertice dell'Agenzia delle Entrate, non cambia il modo di operare della stessa poiché «il nuovo Direttore della più importante Agenzia fiscale ha dato inizio alla propria gestione confermando in sostanza i medesimi criteri adottati dai suoi predecessori».

Agenzia delle entrate, Dirstat: «Altre nomine particolarmente discrezionali»

Da qui la valutazione critica del nuovo corso dell'ente poiché «non basta - chiarisce Boiano - avere introdotto il metodo dell'interpello in sostituzione dell'abusato criterio "intuitu personae" per la sola ragione che l'uno e l'altro continuano a confliggere col dettato costituzionale ribadito dalla Consulta e cioè che "agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso"». Anche la classe dirigenziale non può sfuggire alla regola, «per cui ogni altro metodo si rivela improprio e non può essere sorretto dalla necessità di dover assicurare la continuità operativa». Il pericolo, per Boiano, è rappresentato da situazioni di stallo e dall'insorgenza di un nuovo e pesante contenzioso. «Non è un caso - prosegue - che vi siano significative avvisaglie di turbolenze e malumori già espressi dai dirigenti di ruolo, vincitori di concorso, ai quali non possono piacere scelte discrezionali, opache e perciò ritenute penalizzanti».

Secondo il vicesegretario «il criterio dell'interpello adottato dal nuovo corso ha prodotto 140 posizioni dirigenziali ed altre 26 sono in corso d'opera, quasi tutte individuate all'interno della Direzione Centrale». Nessun criterio improntato alla trasparenza, se, nel particolare, si considera che «due nomine scaturite dall'ultimo interpello riguardano ruoli importanti quali il Capo-settore della Fiscalità Diretta ed il Capo-settore della Fiscalità e compliance della grandi imprese». Secondo Boiano si tratterebbe di incarichi dati a soggetti che già avevano i funzioni dirigenziali, senza aver mai superato un pubblico concorso. «Conseguenza negativa di tanto è una tragica inversione di ruoli nel senso che quelli che prima davano ordini ora li rivestono da soggetti ai quali gli ordini venivano impartiti. Cosa questa inaccettabile sotto il profilo etico prima ancora che sotto l'aspetto della regolarità amministrativa» chiude Boiano.

Queste le motivazioni dello stato di agitazione appoggiato dalla Dirstat.


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