Indetta a Roma in piazza Cavour giovedì a partire dalle 14:30 la protesta della categoria contro la riforma della magistratura onoraria

di Redazione - Nuova protesta dei giudici di pace contro la riforma della magistratura onoraria. A Roma, in piazza Cavour, a partire dalle 14:30 di giovedì sfileranno contro la riforma davanti alla sede dell'Associazione Nazionale Magistrati, centinaia di giudici di pace e magistrati onorari di Tribunali e Procure della Repubblica arriveranno in delegazione da tutta Italia per protestare contro la riforma del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Lo rende noto la categoria in una nota.

Giudici di pace: nuova protesta contro la riforma

"E'una protesta compatta da parte di tutte le organizzazioni della magistratura di pace ed onoraria - si legge nella nota - contro il Governo, che ha approvato una riforma peggiorativa dello status giuridico, economico e previdenziale dei magistrati onorari, ma anche contro l'Associazione Nazionale Magistrati, che ne ha acclamato gli incostituzionali contenuti esprimendo pareri politici attuati alla lettera dalla burocrazia ministeriale (ossia magistrati ordinari fuori ruolo) che ha scritto il testo di riforma poi varato dal Ministro Orlando".

La manifestazione, scrivono ancora i giudici di pace nel comunicato, "si è resa necessaria anche come forma di denuncia per alcune recenti decisioni della Corte di Cassazione, che hanno ignorato la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, denegando ai magistrati onorari diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e la stessa dignità professionale di lavoratori dello Stato".

Giudici di pace: le richieste alla politica

"Chiediamo alla politica - proseguono i magistrati onorari - che ha a cuore l'efficienza della giustizia ed i diritti dei cittadini di intervenire immediatamente al fine di preservare l'autonomia degli uffici giudiziari e l'indipendenza delle funzioni giurisdizionali svolte dai giudici di pace e dai magistrati onorari di tribunali e procure, funzioni identiche a quelle svolte dai magistrati ordinari come di recente sancito proprio dalla Suprema Corte di Cassazione".

Fino a quando "la riforma della magistratura onoraria non sarà radicalmente ripensata e non saranno riconosciuti ai magistrati in servizio i fondamentali diritti alla permanenza in servizio sino all'età pensionabile, nonché ad un trattamento economico, previdenziale ed assistenziale rispettoso dell'ordinamento costituzionale e comunitario e consono alla funzione svolta - conclude la nota - continuerà la nostra protesta, che già ha determinato un crollo di produttività degli uffici giudiziari del 20%".


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