Dopo la giornata della dignità e dell'orgoglio indetta dall'Ocf, ecco cosa chiedono gli avvocati al prossimo Governo

di Gabriella Lax - Solo di qualche giorno fa, lo scorso 16 febbraio, la prima "Giornata della dignità e dell'orgoglio dell'avvocatura", indetta dall'Organismo Congressuale Forense per rappresentare alle forze politiche le richieste del settore giustizia, fatte da chi vive nelle aule dei tribunali, conosce le necessità e le urgenze da affrontare.

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Avvocatura, le richieste alla politica

Dal confronto con gli esponenti politici sono venute fuori alcune impellenti necessità, come riportato dal Sole 24 ore: da un lato dare dignità costituzionale alla difesa in giudizio; maggiore coinvolgimento degli avvocati nei processi decisionali in materia di politiche della giustizia, in senso stretto dunque estrapolare dal sistema giurisdizionale le attività di "accertamento" (ovviamente quella decisionali resterebbero ai giudici) e affidarle agli avvocati. Nello specifico il riferimento è quello ai "procedimenti speciali": decreti ingiuntivi, convalide di sfratto per morosità, accertamento dei fatti incerti con acquisizione di dichiarazioni testimoniali di terzi, di consulenze tecniche stragiudiziali e di esibizione stragiudiziale di documenti. Questi punti messi a fuoco sarebbero il perno di "contratto con l'avvocatura" che starà a chi lo vorrà sottoscrivere, e all'avvocatura successivamente verificare la coerenza con gli impegni presi. Imprescindibile, su tutti, la consultazione della categoria prima di provvedere alle riforme in materia di giustizia e professione.

Dopo la discussione ed il confronto coi politici dal 23 febbraio gli avvocati proclamano lo stato di agitazione con l'astensione da tutte le udienze e attività giudiziarie.


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