Cos'è e chi pagherà il c.d. superticket a seguito delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2018
di Lucia Izzo - In molti hanno di recente sentito parlare del c.d. superticket sanitario, il tributo, introdotto nel 2007 dal governo Prodi (ma rimasto inapplicato fino al 2011) la cui disciplina è stata recentemente oggetto di modifiche da parte della manovra di bilancio 2018 (per approfondimenti: Manovra 2018 è legge: dalle pensioni agli avvocati, le novità) che lo ha parzialmente abolito per specifiche categorie di cittadini.

Superticket: cos'è?

Il tributo si sostanzia nel pagamento di una tassa di 10 euro su ogni ricetta per le prestazioni di diagnostica e specialistica. La sua applicazione è rimessa alla discrezionalità delle regioni: alcune, ad esempio, hanno stabilito dovesse essere modulato in relazione al reddito o al tipo di servizio, altre addirittura di non adottarlo (è il caso della Valle d'Aosta, della Sardegna, della Basilicata e della provincia di Trento e Bolzano).

Il superticket, invece, trova applicazione in molte regioni quali Lazio, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Calabria. Addirittura, in Campania, Piemonte e Lombardia il superticket è applicato in maniera progressiva all'aumentare del valore della ricetta mentre viene modulato in base al reddito in Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Toscana (per approfondimenti: Superticket: cos'è e la battaglia per abolirlo).

Superticket: gli esentati dalla manovra di bilancio

È stato lungo il dibattito per pervenire a una modifica della disciplina del superticket (per approfondimenti: Superticket più leggero per redditi bassi): abolirlo del tutto sarebbe stato eccessivamnete oneroso, pertanto si è preferita la strada della parziale abolizione del tributo per specifiche categorie di cittadini, ovverosia anziani, giovani e contribuenti dal basso reddito.
La legge di bilancio 2018, all'art. 1, comma 804, ha espressamente previsto che. "al fine di conseguire una maggiore equità e agevolare l'accesso alle prestazioni sanitarie da parte di specifiche categorie di soggetti vulnerabili, nello stato di previsione del Ministero della salute è istituito un Fondo per la riduzione della quota fissa sulla ricetta" ovverosia del superticket di cui all'art 1, comma 796, lettera p), della legge n. 296/2006.
La riduzione del superticket, soggiunge la norma, sarà finanziata dal fondo che avrà una dotazione di 60 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2018. A non pagare il tributo saranno i cittadini "in condizioni di basso reddito" e maggiormente vulnerabili quali bambini e anziani di nuclei familiari con redditi al di sotto dei 36.150 euro annui, e anche disoccupati, titolari di pensione sociale o di pensione minima (e i familiari a carico), invalidi civili, di guerra, per lavoro e servizio, nonché coloro che sono affetti da malattie croniche o rare attestate dall'ASL.

Riduzione superticket: atteso il decreto ministeriale

I criteri per la ripartizione del Fondo, tuttavia, saranno definiti e stabiliti da un decreto attuativo del Ministero della Salute e del Ministero dell'Economia e delle Finanze, atteso entro il 1° marzo, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano.
Nella determinazione dei criteri di riparto saranno privilegiate le regioni che hanno adottato iniziative finalizzate ad ampliare il numero dei soggetti esentati dal pagamento della quota fissa sulla ricetta.
Sul punto, il premier Paolo Gentiloni ha fornito rassicurazioni circa l'impegno dell'Esecutivo per impartire le necessarie direttive quanto all'attuazione delle leggi, comprese anche quella di Bilancio in relazione alla quale, prima dell'insediamento del nuovo Governo, sono attesi ben 63 provvedimenti tra decreti, regolamenti e atti della Presidenza del Consiglio.


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