210 gli avvocati di 7 stati europei, daranno assistenza e supporto alle vittime di violenza. I dati emersi dal seminario organizzato dal Cnf con la fondazione degli avvocati europei in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

di Gabriella Lax - Per le donne vittime di violenza la giustizia non riesce ad imbrigliare gli autori dei reati con le norme esistenti. Le vittime in moltissimi casi non denunciano e, infine, mancano adeguate risposte di assistenza sociale. Questi sono alcuni dei dati emersi nel corso del seminario organizzato dal Consiglio nazionale forense con la fondazione degli Avvocati europei, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

210 avvocati al fianco delle donne vittime di violenza

La ricerca, riporta Il Dubbio, ha mostrato che l'abuso è un fenomeno diffuso, che sovente le donne non denunciano le violenze subite per vergogna o paura, o perché pensano che nulla possa cambiare. Drammatici i dati diffusi, secondo i quali una donna su 10 ha subito una qualche forma di violenza sessuale dopo i 15 anni e una su 20 è stata vittima di stupro. I numeri sono il frutto dell'indagine presentata dalla Fra (agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione europea).

Per far fronte a queste mancanze sul tema della lotta alla violenza alle donne un progetto formerà 210 avvocati in sette diversi Stati membri, ovvero Italia, Spagna, Irlanda, Polonia, Grecia, Irlanda del Nord, Inghilterra e Galles perché diano assistenza e supporto alle donne vittime di violenza di genere.

«I magistrati non amano fare processi del genere ma c'è soddisfazione quando le donne ottengono, attraverso il processo penale, il riconoscimento del proprio dolore - ha chiarito nel corso dell'incontro Fabio Roia, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano - sono convinto che l'avvocato formato, culturalmente affinato, faccia crescere il processo. Il giudice ascolta questo tipo di avvocato che deve essere una sentinella. Se giudice, pm e avvocati si impegnano, allora il processo penale è anche meglio di una terapia. E questi camici neri diventano meglio dei camici bianchi».

Le mancanze dunque riguardano soprattutto la protezione delle vittime che necessita, da quanto è emerso dal convegno, di una legislazione mirata e di politiche dirette a contrastare la violenza, un reato «pervasivo» che richiede un'azione concertata tesa a contrastare i comportamenti tendenti a sopraffare le donne.

Nel contatto con le vittime di violenza, fondamentale il ruolo dell'avvocato, «che deve avere un approccio di ascolto e non di giudizio» aggiunge Roia, sottolineando la eccessiva durata dei processi e l'assenza di magistrati specializzati sul tema.


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